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Il caso

Processo Jannacopulos, 140 testimoni e tanti vip. Anche Zaia tra i testi

In tribunale a Vicenza le udienze con il patron televisivo imputato di stalking e minacce al dg dell’Ulss 7 Pedemontana Bramezza. Si ripartirà a giugno
Testimoni eccellenti: Jannacopulos con Zaia e Finco
Testimoni eccellenti: Jannacopulos con Zaia e Finco
Testimoni eccellenti: Jannacopulos con Zaia e Finco
Testimoni eccellenti: Jannacopulos con Zaia e Finco

Aggiornamento giovedi 11 aprile, ore 13.30

L'udienza rinviata a giugno

Il giudice stamani ha rinviato al prossimo giugno l'udienza in cui dovrà sciogliere le riserve sulle richieste della difesa che, con l'avvocato Maurizio Paniz, ha sollevato dubbi sulla formulazione del capo d'imputazione della Procura chiedendo, viste le accuse generiche, il proscioglimento del suo assistito. Secondo l'accusa, il patron avrebbe "ordinato" una serie di servizi giornalistici tutti incentrati sull'azienda sanitaria e sull'operato del dg, vittima per gli inquirenti di una campagna mediatica di discredito.  

Una lunga fila di testimoni

Dal presidente della Regione Veneto Luca Zaia al presidente del consiglio regionale, Roberto Ciambetti e Nicola Finco, passando per l’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin e la consigliera Chiara Luisetto giù giù per una serie di sindaci o ex sindaci (Giacomo Possamai, Walter Orsi, Riccardo Poletto, Germano Racchella, Luca Ferazzoli, Simone Bontorin, Rossella Olivo, Maurizio Chemello, Morena Martini, Emanuele Munari) e protagonisti della vita politica locale, tra i quali tre attuali candidati sindaci di Bassano (Roberto Campagnolo, Nicola Finco, Elena Pavan). Ma anche primari, funzionari e dipendenti dell’Ulss 7 Pedemontana, imprenditori, giornalisti. Chi citato dall’accusa, chi dalla difesa, chi da entrambe, per un totale di oltre 140 nomi.

Il processo

È sterminata la lista dei testimoni che le parti in causa intendono chiamare a deporre (ma bisognerà vedere quali e quanti saranno ammessi dal giudice) nel processo che si apre questa mattina (giovedì 11 aprile) in tribunale a Vicenza a carico dell’ingegner Giovanni Jannacopulos, 82 anni, residente a Rosà, patron di Medianordest, gruppo di televisioni locali che comprende tra le altre Reteveneta e Antenna Tre.

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Jannacopulos, che è difeso dall’avvocato Maurizio Paniz, è accusato di stalking e minacce nei confronti di Carlo Bramezza. Il direttore generale dell’Ulss 7 Pedemontana si è rivolto alla magistratura ritenendosi vittima di una campagna denigratoria a suon di servizi sui telegiornali delle emittenti e si è costituito parte civile.

L'accusa

Secondo l’accusa sarebbe tutto nato dai tentativi dell’imputato, respinti fermamente dal dg, di influire sulle politiche, sulle scelte strategiche dell’Ulss 7, sulla gestione di reparti e primariati. Le indagini della Guardia di finanza hanno poi raccolto testimonianze, prove di incontri e intercettazioni telefoniche con conversazioni tra Jannacopulos, pubblici amministratori e primari, che avvalorerebbero l’esistenza del presunto disegno criminoso.

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La difesa

Secondo la difesa, invece, si è trattato di puro e semplice esercizio dei diritti di cronaca e di critica. Inoltre, Jannacopulos non avrebbe nelle televisioni ruoli che gli consentirebbero di dettare la linea o influire sul contentuo dei servizi. Infine, le sue sarebbero state soltanto preoccupazioni, da cittadino, per un presunto ridimensionamento dei servizi offerti dal’ospedale di Bassano. 

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L'iter giudiziario

Lo scontro non sarà semplice e le varie tappe dell’iter giudiziario hanno via via segnato punti a favore dell’una e dell’altra parte. Nel l’ottobre di due anni fa, al deflagrare del caso, Jannacopulos era stato sospeso dall’esercizio di attività di imprenditore televisivo. Successivamente, però, il Tribunale del riesame aveva annullato il provvedimento restrittivo dei giudici vicentini. Lo scorso gennaio, però, è arrivato il rinvio a giudizio con le gravi accuse.

Oggi l’udienza non dovrebbe entrare nel vivo ma limitarsi a questioni preliminari e alla fissazione di un calendario. Quello che è certo è che i tempi non saranno rapidi e che l’aula di Palazzo di giustizia potrebbe ospitare vere e proprie sfilate di “testimoni eccellenti” su un caso che sta appassionando Bassano e la politica locale e regionale.

La nota del dg Bramezza

«Sono fiducioso che il processo farà chiarezza su una vicenda che credo non abbia precedenti e che oltre alla mia persona vede come parte lesa l’intera Azienda socio-sanitaria - ha fatto sapere in una nota il direttore generale Bramezza - . Abbiamo messo a disposizione della magistratura tutta la documentazione in nostro possesso e continueremo a cooperare con la massima trasparenza. Quando ho ravvisato segnali inequivocabili di un comportamento che andava ben oltre i limiti non ho esitato a segnalarlo alle Forze dell’Ordine, che ringrazio per l’attenzione che hanno prestato al caso e per l’impegno profuso nelle indagini».

Alessandro Comin

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