<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Bassano

Minacciava e screditava con le sue tv il manager dell'Ulss 7 Bramezza: nei guai editore

Guai giudiziari per Giovanni Jannacopulos, cui fanno capo Rete Veneta e Antenna 3: avrebbe minacciato e screditato il direttore generale dell’Ulss 7 Pedemontana, Carlo Bramezza.
La sede di Rete Veneta a Bassano (foto CECCON)
La sede di Rete Veneta a Bassano (foto CECCON)
La sede di Rete Veneta a Bassano (foto CECCON)
La sede di Rete Veneta a Bassano (foto CECCON)

La Guardia di Finanza ha eseguito nei confronti di Giovanni Jannacopulos, editore delle emittenti "Rete Veneta" e "Antenna 3", la misura cautelare di divieto di esercitare l’attività d’impresa, per le minacce continuate che questi avrebbe esercitato verso il direttore generale dell’Ulss 7 Pedemontana, Carlo Bramezza.

Al rifiuto del dirigente sanitario di compiere «atti contrari ai doveri d’ufficio», Jannacopulos - si legge in una nota della Procura di Vicenza - avrebbe dato il via ad una «deliberata e continuata campagna denigratoria attraverso le due tv», nelle quali l’indagato «svolgeva di fatto attività di direzione e gestione».

Le indagini dopo la denuncia del dg Bramezza 

L'indagine è scattata a novembre 2021 in seguito alla denuncia dello stesso dg Bramezza. Secondo quanto dichiarato dal dg dell'azienda sanitaria, Jannacopulos - presentatosi quale titolare dell'associazione "Elios onlus" che aveva, nel tempo, effettuato cospicue donazioni all'ospedale di Bassano - gli aveva esplicitamente richiesto, con toni perentori e insistenza, di orientare alcune scelte gestionali, tra cui la disposizione di spostamenti del personale medico dell'ospedale, la concessione ad alcuni dirigenti medici di maggiore autonomia funzionale dal primario, la concessione di un periodo di aspettativa per motivi di studio a un medico cardiologo. Il tutto in cambio di visibilità e «tranquillità nella gestione» dell'azienda sanitaria attraverso le proprie emittenti televisive.

Le minacce e i servizi giornalistici contro il dg

In un'occasione aveva riferito che, qualora le sue richieste e aspettative non fossero state soddisfatte dal direttore generale «avrebbe provveduto a fare iniziare gli attacchi». Ed effettivamente, a fronte della resistenza opposta dal dg Bramezza alle pressioni, sono andati in onda continui servizi giornalistici tesi a screditare l'operato del dirigente nella gestione dell'azienda sanitaria, ma anche la persona e le qualità manageriali di Bramezza. Una campagna mediatica cresciuta progressivamente e mirata a indurre i vertici regionali a provvedere alla sostituzione di Bramezza.

Le intercettazioni telefoniche

A confermare il tutto anche le intercettazioni telefoniche di Jannacopluos con esponenti del governo regionale, amministratori di enti pubblici e rappresentanti politici. Intercettazioni durante le quali è emerso il continuo tentativo dell'editore di creare un dissenso diffuso attorno al direttore generale e al suo operato.

Il dg dell'Ulss 7 Bramezza: «Dimostrata la mia correttezza»

L'Azienda sanitaria, attraverso una nota, fa sapere che «attende con fiducia l'esito delle indagini» e «metterà a disposizione ogni documentazione utile a fare completa chiarezza sulla vicenda».

«Innanzitutto ringrazio il Gruppo di Bassano del Grappa della Guardia di Finanza per l’attenzione e l’impegno profusi nell’indagine - commenta il direttore generale Carlo Bramezza -. Al di là degli attacchi personali che sono stati rivolti alla mia persona, questo provvedimento dimostra la buona fede e la correttezza con cui la nostra Azienda Sanitaria ha sempre operato per la salute dei cittadini e soprattutto tutela la reputazione di tutto il personale che in tutti questi mesi ha visto mortificate le proprie competenze e la propria dedizione quotidiana. Una volta di più ora i cittadini sanno di poter contare su un sistema sanitario che certamente non è perfetto, perché migliorare è sempre possibile, ma è gestito con grande impegno, professionalità e organizzazione. Ho massima fiducia nell’Autorità Giudiziaria che sta svolgendo le indagini».

La società: «Nessun coinvolgimento delle emittenti»

«La vicenda di cui si occupa la Procura di Vicenza non ha nulla a che vedere con l’attività delle tv. Riguarda un fatto personale di mio padre, ma la società cui fanno capo le emittenti non è coinvolta, tant’è che non è stata oggetto di alcun provvedimento, né ad acquisizioni di materiali». È la posizione espressa da Filippo Jannacopulos, legale rappresentante della società editrice di Rete Veneta e Antenna 3, figlio di Giovanni Jannacopulos, indagato per minacce continuate verso il direttore dell’Ulss Pedemontana, Carlo Bramezza.

La Procura di Vicenza, in relazione alla campagna mediatica che sarebbe stata messa in atto nei confronti del dirigente sanitario, ipotizza che Giovanni Jannacapolus svolgesse «di fatto l’attività di direzione e gestione» delle emittenti. Cosa smentita dal figlio, Filippo: «L’informazione - sottolinea - è sottoposta a regole precise. Ci sono direttori, editori, e nulla ci è stato contestato dalla Procura di Vicenza. Che effetto c’è sulle due tv? Nessuno».

Suggerimenti