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Il dramma in cantina

Enologo bassanese morto, tragedia filmata dalle telecamere

Dal video la verità sui momenti fatali in cui Alberto Pin e poi Marco Bettollini entrano attraverso una piccola botola dell'autoclave dove è avvenuta la tragedia
Incidente alla cantina Ca’ di Rajo, in due cadono nella cisterna: muore enologo bassanese Marco Bettollini
Didascalia
Incidente alla cantina Ca’ di Rajo, in due cadono nella cisterna: muore enologo bassanese Marco Bettollini Didascalia
Incidente alla cantina Ca’ di Rajo, in due cadono nella cisterna: muore enologo bassanese Marco Bettollini
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Incidente alla cantina Ca’ di Rajo, in due cadono nella cisterna: muore enologo bassanese Marco Bettollini Didascalia

C'è un video che immortala il momento in cui prima Alberto Pin e poi Marco Bettollini entrano attraverso una piccola botola dell'autoclave dove, giovedì pomeriggio, è avvenuta la tragedia. È stato registrato dal sistema di sorveglianza della cantina Ca' di Rajo di San Polo di Piave (Treviso) e ieri mattina è stato acquisito e visionato dai carabinieri.

Morte dell'enologo residente a Bassano: c'è un filmato

Si tratta di un filmato molto importante, a livello investigativo, sia per chiarire la dinamica della tragedia che per capire cosa possa aver spinto un dipendente esperto come Pin a entrare nell'autoclave. Una prima ipotesi, piuttosto fondata, è che Pin abbia deciso di intervenire dopo essersi accorto del malfunzionamento del misuratore della quantità di vino.

Nonostante fosse consapevole dei rischi, legati alla presenza di azoto, gas che viene utilizzato per non far evaporare il liquido, è entrato nella cisterna, contando probabilmente di risolvere la questione in pochissimi istanti. Purtroppo, così non è stato.

 

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Bettollini entrato nell'autoclave per salvare il collega

Bettollini, accortosi che qualcosa non andava, è a sua volta entrato nell'autoclave per salvare il collega, ma la sua sfortuna è stata quella di aver perso subito i sensi, a causa dell'alta concentrazione di azoto, e di essere finito con il volto sul fondo dell'autoclave dove c'era un residuo di spumante.

Se l'enologo bassanese sia morto per annegamento o asfissia lo stabilirà l'autopsia che la procura della Repubblica di Treviso disporrà nei prossimi giorni, con ogni probabilità lunedì.

 

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L'inchiesta dopo la tragedia alla cantina Ca' di Rajo

Sul fronte dell'inchiesta, il pubblico ministero Giovanni Valmassoi ha disposto il sequestro dell'autoclave dove è avvenuta la tragedia (la notifica è arrivata alla legale rappresentante della Ca' di Rajo, Sandra De Giusti, madre dei fratelli Cecchetto che gestiscono di fatto l'attività). Ma è presto, per il momento, per parlare di indagati.

Il pm è in attesa che arrivino sul suo tavolo i primi atti d'indagine di carabinieri e tecnici Spisal. A parlare è il procuratore capo Marco Martani: «Dalle informazioni raccolte finora dalla polizia giudiziaria - spiega - in quell'autoclave non ci doveva entrare nessuno, in quanto i lavori di manutenzione sono affidati a una ditta esterna specializzata dotata di maschere e sistemi che avrebbero impedito il rischio di intossicazione».

 

 

Al momento non ci sono indagati

Al momento non ci sono indagati ma è ovvio che un'inchiesta che riguarda un infortunio sul lavoro così grave porterà inevitabilmente all'iscrizione di alcuni nomi nel registro per omicidio colposo.

Lo stesso Martani conferma: «È chiaro che gli avvisi di garanzia saranno notificati a chi si trova nella posizione di dover garantire la sicurezza sul posto di lavoro». In altre parole, a legali rappresentanti ed eventuali responsabili della sicurezza dell'azienda.

«L'iscrizione nel registro degli indagati - precisa il procuratore - è un atto di garanzia per gli eventuali accertamenti tecnici che si faranno nel corso delle indagini. Ciò non significa che chi verrà indagato abbia effettive responsabilità se sarà dimostrato che la tragedia è stata provocata da un'iniziativa assolutamente imprevedibile da parte delle vittime. Diverso il discorso se verranno accertate responsabilità da parte di chi aveva posizione di controllo da parte dell'azienda su un'attività così pericolosa come quella di entrare all'interno di un'autoclave».

 

 

Restano gravi le condizioni del ferito, Alberto Pin

Dall'ospedale Ca' Foncello di Treviso, dove è ricoverato Pin, non arrivano notizie di evoluzioni della situazione. Il trentunenne operaio rimane ricoverato in coma indotto, nel reparto di rianimazione.

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