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Sanità

Legionella, a Laghetto c’è una seconda vittima

Era in vacanza ospite della figlia nella stessa zona dove è morto un uomo di 73 anni. Ulss e Ater passeranno al setaccio gli impianti idrici e le tubazioni.
L'ospedale San Bortolo di Vicenza
L'ospedale San Bortolo di Vicenza
L'ospedale San Bortolo di Vicenza
L'ospedale San Bortolo di Vicenza

Un’altra vittima di legionella. Un secondo caso mortale a Vicenza. E sempre a Laghetto. Si tratta di un’anziana di 75 anni che soffriva di alcune patologie croniche. È deceduta venerdì scorso in rianimazione al San Bortolo. Risiedeva in un’altra regione ma oltre un mese fa era venuta in città per una settimana di vacanza ospite della figlia che vive in un appartamento dell’Ater in via Magenta, una laterale di via dei Laghi. 

Seconda vittima di legionella a Vicenza

È la stessa zona in cui abitava l’uomo di 73 anni, anche lui con altre patologie, deceduto ai primi di dicembre per una polmonite provocata dal batterio della malattia del legionario, una infezione che è sempre temibile nelle persone fragili, che per la loro condizione di maggiore vulnerabilità abbiano bassi livelli di immunità.

Sempre nello stesso edificio di via Magenta la legionella avrebbe infettato un uomo che, però, ora starebbe bene.

I casi da novembre in quartiere Laghetto

E, da novembre, in un quartiere popoloso come Laghetto, sarebbero emersi ancora altri casi. Insomma, ora gli indizi sono più di due, non si parla di focolai, ma il mistero si infittisce.

Oggi le verifiche dell'Ulss

Sono annunciate per oggi verifiche mirate su tubature e impianti idrici da parte dell’Ulss Berica tramite il Sisp, e dell’Ater con i propri tecnici, nel condominio di via Magenta dove la legionella avrebbe fatto la sua drammatica comparsa alimentando un clima di paura, anche se sarebbe sbagliato creare allarmismi. 

Il germe è diffuso

E infezioni di legionella - lo ha dichiarato nei giorni scorsi il Sisp - se ne vedono ogni mese anche se, per fortuna, singole, non gravi. A stridere, però, questa volta, ci sono le coincidenze. La legionella vicentina sembra essersi concentrata in un’area precisa e delimitata, a Laghetto. Sospetti, quindi, non possono non esserci dinanzi ad episodi che si ripetono e potrebbero avere una matrice comune. 

La triste storia della vittima

La donna morta al San Bortolo era arrivata in città da alcuni giorni quando si è sentita male. Da quel momento un lungo calvario. Quasi un mese di ricovero in ospedale e, poi, venerdì, il decesso nel bunker della terapia intensiva dopo che le era stata diagnosticata la malattia del legionario. 
A raccontare la triste vicenda, quella che sarebbe dovuta essere una serena vacanza trasformatasi in dolore e lutto, è la figlia. La madre ha cominciato a sentirsi male l’11 novembre. La chiamata al centralino del pronto soccorso dopo che il medico di base aveva consigliato una consulenza cardiologica. L’ambulanza. Il ricovero in uno dei posti-letto dell’Obi. Sembra che si riprenda. Invece, domenica, il peggioramento. La donna fa sempre più fatica a respirare. Il trasferimento d’urgenza in pneumologia, quindi in rianimazione. Qualche giorno dopo la diagnosi. È legionella. È giovedì 17 novembre. «Me lo ha comunicato una dottoressa della rianimazione». 

La testimonianza della figlia dell'anziana deceduta

La legionella venne scoperta negli Usa nel 1976 quando in un hotel di Philadelphia un gruppo di veterani della Legione americana venne falcidiato da un’epidemia di polmonite. Si ammalarono 221 persone e ne morirono 34. L’esame batteriologico rivelò la presenza di un microrganismo prima sconosciuto. Fonte dell’infezione le torri di raffreddamento dell’albergo invase dal batterio. Imputati principali i condizionatori, gli impianti che utilizzano riserve d’acqua e convogliano masse di aria. Sotto accusa anche rubinetti e docce.

Ci si difende solo con una bonifica della rete idrica o della fonte da cui arriva l’acqua contaminata. Occorre una costante manutenzione delle tubature. «Io so solo - dice la figlia della vittima - che mia madre è stata male qui. Nel Comune dove abitava, e ci sono tanti anziani nelle sue stesse condizioni, nessuno ha contratto la legionella»

 

Franco Pepe

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