VICENZA. Quando esce il sole, anche ciò che resta dell'allarme maltempo diventa poesia. Dall'alto, dalla singolare prospettiva offerta da un volo, l'osservato speciale Bacchiglione si mostra in tutta la sua maestosa pericolosità verso la Riviera Berica. La veduta aerea mostra lo spazio che il fiume, nonostante non abbia mai superato il livello di guardia, si è preso gonfiandosi per le forti precipitazioni.
«Nel giro di 23 giorni - dice il presidente del Consorzio di bonifica Alta pianura veneta, Silvio Parise - nell'Alto Vicentino sono caduti 820 millimetri d'acqua. In quella di Recoaro, invece, i millimetri sono stati 900».
Idrovore in azione a S. Agostino per proteggere la zona industriale di Vicenza, mentre il livello del Bacchiglione è stato controllato attraverso il Bisatto. È stato aperto anche il bacino di laminazione a Montebello, che si è trasformato in un enorme lago. Complessivamente, conclude Parise, «abbiamo fatto spazio per ricevere un milione di metri cubi d'acqua».