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SCHIO

Il killer di Nadia in carcere 9 mesi, rischia l’ergastolo

L’arresto L’assassino della missionaria Nadia De Munari, Moisés López Olortegui, scortato in carcere
L’arresto L’assassino della missionaria Nadia De Munari, Moisés López Olortegui, scortato in carcere
L’arresto L’assassino della missionaria Nadia De Munari, Moisés López Olortegui, scortato in carcere
L’arresto L’assassino della missionaria Nadia De Munari, Moisés López Olortegui, scortato in carcere

 La Corte suprema di giustizia peruviana ha accolto la richiesta del pm Sara Chira Tello che chiedeva nove mesi di custodia catuelare per Moisés López Olórtegui, il giovane peruviano reo confesso assassino della missionaria Nadia De Munari, originaria di Giavenale. La decisione è stata presa dal giudice Javier Carrión Basauri dopo aver ascoltato le argomentazioni del procuratore. La ricostruzione del pm, secondo cui il 24enne sarebbe entrato nella stanza di Nadia per rubare il suo cellulare, svegliandola e facendola gridare, colpendola con un martello mortalmente, è stata ritenuta dunque probante. Il giovane, dopo essere fuggito, ha cambiato il chip dei due cellulari rubati (uno lo aveva preso ad una inserviente di casa “Mamma mia” a Nuevo Chimbote, gestita dall’operazione Mato Grosso. Inizialmente l’avrebbe solo ferita ma poi, sentendola respirare affannosamente, si sarebbe ancora scagliato contro di lei. È spirata dopo tre giorni di agonia in ospedale a Lima, dov’era stata trasportata. Moses, interrogato a lungo nel corso della scorsa notte, è accusato di rapina aggravata e omicidio, reati per cui è previsto l’ergastolo, che quasi sicuramente il pm chiederà. Non state prese in considerazione, per ora, le posizioni degli altri tre arrestati, tutte donne, nel frattempo rimesse in libertà a seguito della piena confessione dell’assassino. Il vicesindaco di Schio, Cristina Marigo, che è avvocato, così commenta: «Quando ho appreso dai giornali degli esiti delle indagini sull’omicidio di Nadia De Munari sono rimasta basita. Non è mai semplice riuscire ad accettare la morte soprattutto se violenta. In questo caso, però, risulta ancor più complicato e forse anche fuori dalla nostra capacità di comprendere vista la “banalità” del movente. Il perché di ciò che è accaduto ci fa riflettere sul valore della vita che alcune volte sembra perdere la sua indiscussa importanza in contesti in cui le condizioni socio-economiche sono così problematiche. Nadia De Munari era in Perù proprio per aiutare il prossimo in difficoltà e per offrire un’alternativa di futuro migliore a chi vive nella miseria. Come amministrazione seguiremo con attenzione lo sviluppo della vicenda e ovviamente cercheremo di esseri vicini alla famiglia di Nadia».•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Mauro Sartori e Rubina Tognazzi

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