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Gambellara

Massacrato a bastonate: braccia e gambe salvati da un intervento di 15 ore

Quindici ore consecutive, dalle 5 del mattino alle 20 di sera, in sala operatoria al San Bortolo. Cinque interventi di alta chirurgia, sulla scia di radiografie impietose che hanno fotografato un corpo martoriato, per comporre le innumerevoli fratture, e altre due operazioni già programmate per proseguire la ricostruzione delle strutture lesionate. Navjot Singh, il cittadino indiano di 30 anni massacrato di botte l’altra notte in un’abitazione di Gambellara, in via Borgolecco 33/A dove era ospitato, è ricoverato in un letto di terapia intensiva, il reparto diretto da Vinicio Danzi. C’è stata una vera e propria spedizione punitiva nei suoi confronti e carabinieri e procura procedono per tentato omicidio. Gli aggressori, almeno 6 o 7 persone, lo hanno buttato giù dal letto e, con mazze e bastoni, lo hanno picchiato selvaggiamente l’altra sera prima di far perdere le loro tracce.
Tre le équipe ortopediche alternatesi sotto la guida del primario Alberto Momoli per rimettere a posto spalle e arti spezzati quasi simmetricamente da una serie incredibile di fratture provocate dai colpi inferti con incredibile ferocia dai suoi aggressori che hanno usato - in quella che gli inquirenti ritengono una spietata spedizione punitiva legata alle faide e ai racket nella zona di opposte gang di indiani - mazze, bastoni, spranghe, forse machete o accette. Inoltre, tutto un ospedale mobilitato per salvargli la vita, a rimettere a posto braccia, gambe, faccia anch’essa devastata in più punti, a ricucire tendini e lembi muscolari lacerati, medicare le profonde ferite causate dal violento pestaggio anche sulla testa. Attorno a lui non solo gli ortopedici, ma anche chirurghi maxillo facciali e plastici che ieri lo hanno operato alla mandibola, e, poi, il gruppo degli anestesisti, ai quali è toccato il non semplice compito di sostenere cuore e respiro in questa infinita successione di interventi. 
È ancora in prognosi riservata ma non corre pericolo. Ha una fibra eccezionale e le sue condizioni sono sensibilmente migliorate nelle ultime ore. Presto dovrebbe essere dimesso dalla rianimazione e trasferito in ortopedia. Quando è arrivato in ospedale con una ambulanza del Suem le lastre hanno subito evidenziato la gravità delle lesioni riportate. Ben 18 fratture distribuite su tutto il corpo, alle spalle, ai gomiti, sulla parte superiore delle gambe, ai femori, alle rotule, alle braccia, ai polsi, sugli zigomi, sul naso, sul cranio. È stato necessario disporre con straordinaria perizia fissatori, placche e chiodi su arti e segmenti ossei.
«In 35 anni di lavoro - dice il primario Momoli - non ho mai visto un accanimento del genere. Né avevo mai fatto una seduta operatoria così lunga». La sensazione è che si sia trattato di un regolamento di conti. Un’aggressione spietata come si vede nei thriller con tinte noir al cinema nelle scene di violenza più cruda. Ma forse solo per infliggere una lezione, per mandare messaggi, non per uccidere. Singh non ha riportato traumi letali né danni neurologici.

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Franco Pepe

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