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Dai vigili a Desenzano

Christian in viaggio
nel nome di Marta
«Fatti sgomberare»

L'arrivo di Christian Cappello a Desenzano
L'arrivo di Christian Cappello a Desenzano
L'arrivo di Christian Cappello a Desenzano
L'arrivo di Christian Cappello a Desenzano

«Con il fine di raccogliere un po’ più fondi, abbiamo appoggiato alcune magliette in una pietra nel centro storico del paese, ma la polizia locale ci ha fatto sgomberare». C'è amarezza nelle parole scritte da Christian Cappello sul suo blog, dove quotidianamente racconta la sua avventura partita il 2 aprile da Bassano, nel ricordo della compagna Marta Lazzarin e del piccolo Leonardo morti lo scorso 29 dicembre al San Bassiano.

Un cammino lungo l'Italia di quasi 4 mila chilometri a piedi, 325 tappe e 21 ospedali da visitare per raccogliere fondi per la lotta alla fibrosi cistica attraverso la fondazione #marta4kids. 

 

A volte, però, «non tutto fila liscio». E così ti resta un po' di «amaro in bocca». Ma bisogna andare avanti, c'è un viaggio da fare. Un'impresa da portare a termine e «#marta4kids dà un senso a tutto». 

Anche se il fuoriprogramma è dietro l'angolo, come successo ieri alla partenza della tappa Desenzano-Molinetto. 

 

«Stamattina a Desenzano - ha scritto Christian sul suo blog - le cose non sono andate come avrebbero dovuto, a volte non fila tutto liscio, è la vita. Alla nostra partenza per la camminata giornaliera, con il fine di raccogliere un po’ più fondi, abbiamo appoggiato alcune magliette in una pietra nel centro storico del paese: la pietra dei disoccupati. La Polizia municipale di Desenzano, il braccio forte della giustizia, non ha apprezzato la nostra iniziativa e ci ha fatto sgomberare in fretta perché non si poteva, la legge è uguale per tutti, anche per chi cammina 4000 km per beneficenza. Comincio a capire perché si chiama la pietra dei disoccupati…». 

 

Un episodio che fa da contraltare alla calorsa accoglienza che invece aveva trovato Christian al suo arrivo a Desenzano, dove il vicesindaco gli aveva consegnato una busta con una donazione personale da parte sua e della giunta.

 

Il viaggio intanto prosegue in un mix di incontri, ricordi, emozioni. «In lontananza vedo un albero - scrive ancora Christian - e non so bene perché ma mi ricorda tempi passati, mani nelle mani, sorrisi, progetti e tanta felicità. Sudatissimo e stanco, mi metto gli occhiali da sole ed una lacrima mi scende sul viso, sono davvero stanco». Istantanee che Christian condivide senza troppi filtri. Perché il "suo" viaggio sta diventando il viaggio di molti. 

Redazione web

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