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L'ennesima predazione

Bovino ferito dai lupi. «Allevamenti a rischio»

Un lupo sull’Altopiano: sono oltre 200 gli esemplari tra Veneto e Trentino
Un lupo sull’Altopiano: sono oltre 200 gli esemplari tra Veneto e Trentino
Un lupo sull’Altopiano: sono oltre 200 gli esemplari tra Veneto e Trentino
Un lupo sull’Altopiano: sono oltre 200 gli esemplari tra Veneto e Trentino

Foza in questa prima parte di stagione dell’alpeggio pare essere il territorio prediletto dai lupi, stando alle segnalazioni di avvistamenti e attacchi. Dopo l’uccisione della cavallina Margot a fine maggio e alcune incursioni sventate solamente dalla prontezza degli allevatori, nelle prime ore di mercoledì alcuni lupi, pare di giovane età, hanno attaccato un bovino Charolaise, razza da carne di origine francese. L’attacco è avvenuto verso le 4 di mattina ma la stazza dell’animale, di oltre 300 kg nonostante gli 8 mesi d’età, ha avuto la meglio, anche se le ferite profonde riportate e il pronto intervento dei veterinari porteranno con ogni probabilità all’abbattimento.

L’ennesimo attacco ha rialzato le tensioni nel mondo agricolo. Con circa tremila lupi in Italia, di cui quasi 200 nelle montagne tra Veneto e Trentino, il presidente dell’Associazione regionale allevatori del Veneto, Floriano De Franceschi, è intervenuto nuovamente sulla questione.
«Non è il lupo a rischio estinzione, lo è l’attività zootecnica montana e non solo. I nostri animali sono presi di mira e il lupo rappresenta la peggior minaccia per gli allevamenti veneti - puntualizza -. Vedere un animale agonizzante dopo l’attacco fa piangere il cuore e non è facile descrivere come un allevatore vive il momento in cui scopre ciò che è accaduto, inerme e incapace di assumere provvedimenti davvero efficaci a tutela della propria mandria. Tanto più che le istituzioni non hanno ancora dato una risposta a questo problema, sia sotto il profilo economico sia dal punto di vista etico e morale. Quello poi che più ferisce noi allevatori è che alla strenua difesa del lupo da parte degli ambientalisti fa da contraltare l’indifferenza totale rispetto alla mattanza dei nostri animali: per l’allevatore la perdita di un suo animale non è solo questione di profitto ma anche un dolore. A questo si aggiunge il pericolo per gli animali di affezione, in più occasioni “strapazzati” fino a lenta morte nei cortili anche dove usualmente giocano i bambini».

Considerazioni condivise dal territorio altopianese, come puntualizza il vicepresidente dell’Unione montana, Diego Rigoni: «Le nostre vacche hanno un nome, non sono un semplice numero, e vogliamo che stiano bene e vivano in condizioni di benessere. Chi invece tutela incondizionatamente il lupo non ha le idee chiare perché la sua proliferazione incontrollata, con le conseguenti predazioni sul domestico, ha portato il lupo a predare sotto casa. Bisogna al più presto fermare questo fenomeno perché mette a rischio la permanenza delle attività agricole in montagna e quindi la conservazione degli ecosistemi».

 

Gerardo Rigoni

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