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Con "I Promessi Sposi"
si affrontano tempeste

La copertina del libro
La copertina del libro
La copertina del libro
La copertina del libro

BOLZANO VICENTINO

Nel suo romanzo "I promessi sposi", Alessandro Manzoni indaga numerose sfaccettature dell'animo umano: incontriamo la prepotenza di don Rodrigo, la codardia di don Abbondio, la superficialità di Perpetua, l'impulsività di Renzo, il coraggio e l'abnegazione di fra' Cristoforo, la slealtà del Griso, l'opportunismo di Egidio, la fragilità emotiva della monaca di Monza. Tutti questi elementi sono inseriti in un contesto storico ben delineato: la dominazione spagnola in Italia nel 1600. Si parla di un periodo della storia italiana in cui i signori locali, forti del loro titolo, commettevano ogni sorta di sopruso sulle persone più umili che non potevano fare appello neppure agli organi di giustizia poiché anche in essi prevalevano la corruzione e gli interessi personali.Manzoni ha scritto un romanzo basato sulla rassegnazione e sulla triste accettazione della miseria umana? Certamente non è così. Sullo sfondo della vicenda è sempre presente la mano della Divina Provvidenza che "rovescia i potenti dai loro troni e innalza gli umili".La profonda religiosità di Alessandro Manzoni prende corpo nella figura della promessa sposa Lucia: questa giovane ragazza incarna gli ideali religiosi dell'autore. Possiede una fede autentica, mai moralista o ipocrita, la fede di una persona che, consapevole dei suoi limiti umani, trova il coraggio di affidarsi con totale abbandono a un'entità superiore. Nonostante la sua apparente fragilità, Lucia si rivela coerente con sè stessa fino alla fine, capace di mantenere una calma costante nonostante le numerose peripezie che dovrà affrontare mentre si snoda la sua storia. Lucia è sicuramente il personaggio preferito da Manzoni: nel tentativo di renderla assolutamente perfetta, la fa sembrare quasi irrealistica. Tuttavia l'autore riesce a comunicare un chiaro messaggio: sentirsi in pace con la propria coscienza aiuta a navigare nelle tempeste della vita senza il timore di perdersi.

Testo inviato dalla Biblioteca di Bolzano Vicentino

Nicoletta Scodro

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