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La conferenza stampa

Zaia: «Ecco il test fai da te per sapere se si è positivi». Esito in 90 secondi. Rigoli: «Affidabilità elevata, è la svolta»

In Veneto test fai-da-te, Zaia lo fa in diretta

Nel corso del briefing di oggi, lunedì 16 novembre, sull’andamento dell’epidemia da Covid-19 in Veneto, il presidente Luca Zaia, affiancato dal dottor Roberto Rigoli, coordinatore delle 14 microbiologie venete e vicepresidente dei microbiologi italiani, presenta il test cosiddetto fai-da-te.

«Penso che la sperimentazione si possa fare con velocità, nel tempo di un paio di settimane al massimo. Su questo progetto si è già lavorato almeno da tre mesi», ha affermato Zaia in mattinata ai microfoni di "24 mattino" su Radio24. «Abbiamo seguito - ha aggiunto - la realizzazione di questo tamponcino fai da te, grande come un cotton fioc, che poi ha un suo reagente, con la solita "saponetta". Abbiamo già iniziato la prova in doppio con tampone molecolare sui pazienti. Dà già risultati incoraggianti, adesso si tratterà di fare la sperimentazione. I pazienti ci sono e abbiamo la massa critica per farla».

 

LA DIRETTA

 

PRESSIONE NEGLI OSPEDALI

«Sono oltre 2.300 le persone in ospedale per Covid. I pazienti non Covid in Veneto sono quasi 8mila. Siamo sotto pressione, non poco. Stiamo ancora portando avanti il tema dell'ampliamento dei posti letto per non farci trovare in difficoltà».

 

LE NUOVE MISURE FUNZIONANO

«Positivo il bilancio del primo fine settimana con le nuove regole. L'ordinanza ha dato i suoi frutti, diciamo al 75-80%. I cittadini hanno ascoltato l'appello di evitare assembramenti. Facciamo questo sforzo, vogliamo restare in zona gialla».  

 

TEST FAI DA TE, LA PROVA IN DIRETTA 

«Grande merito va al dottor Rigoli. Non abbiamo scoperto niente di nuovo, ma siamo stati i primi a valutare questo tipo di test. Vedrete che nel giro di un mese ci saranno decine di aziende pronte a proporre questo tipo di test sul mercato».

Zaia ha mostrato in diretta, eseguendolo su se stesso, il nuovo test diagnostico fai da te per il Covid. «È molto semplice, adesso ve lo mostro» ha detto il governatore ai giornalisti, aprendo il kit con la saponetta, la provetta con il reagente, e il tamponcino, da inserire nelle fosse nasali, con 5 piccoli movimenti. Tra operazione e risultato del test, che è stato negativo, ha impiegato un minuto e mezzo di tempo.

 

RIGOLI, AFFIDABILITÀ ELEVATA

È intervenuto il dottor Roberto Rigoli, coordinatore della sperimentazione del test fai da te in Veneto. «L'affidabilità e sensibilità del test è notevole. Abbiamo già fatto 3.486 tamponi registrando un'affidabilità del 99%. Ritengo che questo test possa rappresentare una svolta: più persone testiamo e più riusciamo a isolare il virus. Immaginate, visto che il costo è molto basso, i bar, le palestre, i ristoranti, tutte attività che ora subiscono restrizioni»

«Faremo una sperimentazione coinvolgendo cinque microbiologie (tra cui Vicenza e Santorso) con 200 test "in doppio" con
molecolare. Saranno arruolati due gruppi: uno al pronto soccorso, che ha positivi più elevati, e tra i dipendenti delle Ulss. Una bella occasione per fare correlazione dei test sui dipendenti. E il test di sensibilità del metodo è elevato».

«Questi sono kit cinesi, abbiamo collaborato noi per rendere il test più semplice e fruibile per il soggetto che se lo autosomministra. Altri stanno partendo in questo momento, in America, e la Germania probabilmente li inserirà nel piano di sanità pubblica. È questione di settimane per vederne altri in commercio. Il nostro ruolo di Treviso è quello degli "operai" sulle provette che arrivano. Abbiamo corretto alcune cose che erano complicate. Adesso il processo è di fare la sperimentazione sulla sensibilità e la specificità, poi tutto prende la strada dell’Iss, che valuterà i test».

 

TEST FAI DA TE, CAMBIERÀ TEMA TRACCIABILITÀ

«Si aprono grandi scenari con il test "fai da te", soprattutto sulla tracciabilità. Certo, se fossimo in Giappone magari ci verrebbe naturale denunciarci se siamo positivi. Bisogna capire che quando una persona ha in mano un test fai da te non ha in mano solo le sorti della sua vita, ma anche quelli della comunità», ha spiegato Zaia. «Se vien fuori che chi lo esegue è positivo, cosa fa ? Il vero tema - ha aggiunto - è quello della bio-sorveglianza. Se poi questi prodotti diventeranno di larga diffusione ognuno riuscirà a farsi il test, e anche la tracciabilità se ne andrà un po' scemando: ognuno con il test deciderà se mettersi in isolamento, se andare dal medico o altro. Tutto si basa sul senso civico. Si eviti però di fare la "lezione" sul fatto che non ci sarà controllo; questo vale già adesso per uno che fa il tampone molecolare e poi non sta a casa».

 

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