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Il focus

Covid in Veneto: più sanitari e bambini contagiati rispetto a primavera

Il Covid non risparmia nessuno, bambini e sanitari. È l'immagine impietosa che arriva dall'ultimo report diffuso da Azienda Zero della Regione (dati aggiornati al 12 novembre) che ha lo scopo di aggiornare sull'andamento della epidemia fornendo focus su molti aspetti. Uno di questi riguarda il numero di nuovi casi positivi tra coloro che lavorano nella sanità: ciò che emerge è che, rispetto alla prima ondata, ci siano più infettati.

 

 

Il grafico mostra l'andamento dei nuovi casi, settimana per settimana, e salta all'occhio come l'ultima rilevata, quella cioè che va dal 5 all'11 novembre, sia più elevata rispetto a tutte le settimane primaverili. In particolare, poi la settimana dal 29 ottobre risulta essere la più alta, almeno per il momento, da quando è iniziata l'emergenza da Sars-Cov 2 in Veneto, cioè la fine di febbraio. Va poi rilevato un ulteriore distinguo. Tra tutti gli operatori sanitari, quelli che al momento mostrano un andamento della curva più alto, che indica cioè un maggior numero di nuovi contagi, sono gli infermieri, seguiti poi dagli operatori in generale. Solo più sotto si trovano gli oss, i medici ospedalieri e quindi, un bel po' più in basso i medici di base e i pediatri. Sotto a questi, c'è un'altra categoria, "altri operatori sanitari", intesi come i tecnici della radiologia, per esempio, che fortunatamente vedono un andamento lineare, quasi parallelo allo zero. Un andamento pressoché uguale a zero, poi, è stato registrato per tutte le categorie sanitarie per un lungo periodo: da giugno al primo di ottobre. Solo poi tutte le curve dedicate alle diverse professioni hanno iniziato a muoversi repentinamente verso l'alto. Il governatore, Luca Zaia, ha sempre citato con orgoglio i tassi molto bassi di infezione dei medici e degli infermieri che sono in prima linea, a conferma che le protezioni, cioè le mascherine, funzionano bene e vanno portate sempre anche da tutti i veneti. «La causa dei contagi - aveva spiegato Paolo Rosi, Coordinatore del comitato di crisi per l'emergenza - non è quindi da cercare nel contagio con il positivo malato in ospedale, ma in occasioni extra lavorative, in particolare cene al ristorante e tra amici».

 

 

L'altro dato che emerge dal report di Azienda Zero riguarda i minori da 0 a 14 anni: questa fascia, compresi i neonati equamente distribuiti per sesso, rappresenta ben l'8,4% dei positivi. L'evidente diffusione del Covid tra i più piccoli è un fenomeno tutto autunnale, nel senso che i numeri che si registravano nella scorsa primavera erano davvero molto bassi rispetto agli attuali. Come per le infezioni dei sanitari, durante il periodo estivo erano sparite, per poi rispuntare nella seconda parte di agosto in modo lieve fino al rapido aumento da ottobre a novembre.

Cristina Giacomuzzo

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