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La conferenza stampa

Zaia: «Dati in calo, venerdì nuova classificazione: Veneto giallo o arancione, ma non rosso. Scuola? Dipende da che colore saremo»

Zaia punto stampa 20 gennaio 2021

Luca Zaia torna in diretta oggi, mercoledì 20 gennaio 2021, per gli ultimi aggiornamenti sull'emergenza Covid in Veneto. In primo piano, ancora una volta, ci sarà la vicenda vaccini dopo il taglio delle forniture Pfizer. Sul tavolo anche l'esito dell'incontro di ieri fra i presidenti delle Regioni e il Governo.

 

LA DIRETTA

 

I DATI

«Nelle ultime 24 ore fatti 44mila tra tamponi molecolari e test rapidi, trovati 1.359 positivi: l'incidenza è del 3%. Negli ospedali abbiamo 2.898 ricoverati:  338 in terapia intensiva (-1), 2.560 in area non critica (-43) Purtroppo ci sono anche 69 morti nelle ultime 24 ore».

 

VENETO GIALLO O ARANCIONE, NO ROSSO

«Siamo nel pieno del monitoraggio, venerdì vedremo. Noi abbiamo dati buoni, ma non sappiamo ancora se saremo in zona arancione o gialla: di sicuro non rossa. Ma non pensiamo che sia finita, il virus c'è ancora. Non dobbiamo abbassare la guardia. Ai cittadini chiedo assoluto senso di responsabilità, per noi la battaglia non è finita fino a quando non abbiamo dimesso l'ultimo paziente». 

 

VACCINI

«Ieri sera incontro con il governo per parlare di vaccini: la situazione è piena di punti di domanda. Ma se il taglio è del 29% a livello nazionale, almeno sia orizzontale. Ripeto che se c’è da tutelare la posizione nazionale e veneta non si può prescindere da sapere qual è il contratto. Se c’è scritto che il plafond di fornitura è trimestrale, e non c’è un impegno formale a livello settimanale, l’azienda non ha commesso irregolarità. È vero che anche in altri Paesi europei si è tagliato, Germani e Francia in primis. Non vorrei che l’azienda abbia fatto conto sulle cinque dosi e non su sei».

«Dobbiamo essere messi nelle condizioni di poter vaccinare, per adesso stiamo facendo solo i richiami. Al termine della prossima settimana la situazione dovrebbe essere riequilibrata con le forniture alle regioni, quindi poi dovremmo tornare a regime. Ma dobbiamo fare veloci, spero che Ema dia presto il via libera a AstraZeneca che ha detto che poter dare 8milioni di dosi in un trimestre; questo significa vaccinare in modo potente, coinvolgendo anche i medici di base e le farmacie». 

«Ci servono 110 mila dosi per i richiami. Al momento abbiamo 22.230 dosi dell’ultima fornitura più altre 20 mila in magazzino. Avevamo un programma prudenziale e ci servono tutte queste dosi, ma non pensavamo che ci fosse il taglio del 50%. Comunque per questa settimana ne veniamo fuori, poi domani è un altro giorno».

 

SCUOLA

«C’è l’impegno del Governo per una riunione per parlare di scuole» ha detto Zaia riferendo del vertice di ieri sera tra ministri e Regioni. Riguardo al ricorso al Tar contro l’ordinanza che chiude le aule fino al 31 gennaio, per Zaia «c’è il massimo rispetto per il Giudice amministrativo, però non posso non ricordare che abbiamo avuto l’innalzamento della curva in correlazione all’apertura delle scuole. Siamo fortemente preoccupati che si voglia far passare l’idea che l’aggregazione della scuola non sia un problema. I ragazzi non hanno nessuna colpa, hanno diritto alla presenza ma la sicurezza oggi non è totale, e lo è così anche per il Governo, che non ha previsto la presenza al 100%. Spero che il Giudice amministrativo vada fino in fondo alle relazioni che i tecnici hanno fatto, non Luca Zaia».

Su un’eventuale riapertura delle scuole superiori dopo il 31 gennaio «dobbiamo vedere la classificazione che ci viene data venerdì, poi decideremo assieme al Dipartimento di Prevenzione».  «Tutte le zone - ha aggiunto - prevedono la possibilità di chiudere le scuole, quella gialla ha una maggiore apertura rispetto a quella arancione. Il Cts dice che si può riaprire ma tenendo conto della situazione epidemiologica».

E se il Tar accogliesse il ricorso e la scuola dovesse riaprire da lunedì? «Se il Tar ci desse torto sulla chiusura, fatto salvo che ci leggeremo la sentenza e valuteremo come comportarci, i trasporti hanno bisogno di 4 giorni per entrare a regime. Le sentenze si rispettano anche ricorrendo al Consiglio di Stato». 

 

CRISI DI GOVERNO

«Se fosse una spedizione per una grande scalata direi che partiamo con persone non molto allenate. Il numero è risicato». È il commento di Zaia al voto di ieri in Senato. «Se avessi numeri come questi - ha proseguito Zaia - sarei impossibilitato a fare le riforme e appeso al voto dell’ultimo sconosciuto che ti pone condizioni. In questa fase ci vorrebbe un governo più forte a livello parlamentare, con una maggioranza più strutturata. Non so se basteranno i voti di fiducia nei provvedimenti, se uno ha il raffreddore e non è in aula è finita. Non so cosa abbia deciso Conte, ma nelle prossime settimane ci sono scelte importanti e l’imbuto del Parlamento sarà sempre più importante; non so se sarà sufficiente l’appello alla responsabilità, soprattutto sulle riforme su cui ci siamo impegnati per avere le risorse». 

«Sono d'accordo con Conte sulla riforma del Titolo V, bisogna togliere tutte le competenze allo Stato. I Paesi che funzionano hanno scelto di dare le competenze ai territori. Mi spiace che Conte abbia voluto portare questo "cammeo" nel suo discorso solo per addolcire gli animi di qualche bieco centralista. Il Covid ha dimostrato che l'autonomia funziona, neanche Superman sarebbe riuscito a gestire la sanità da Roma. Quel passaggio del discorso ha dimostrato rispetto zero, soprattutto per gli oltre due milioni di veneti che sono andati a votare per l'autonomia».

 

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