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I dati in Italia

Misure almeno
fino a Pasqua
Riavvio in tre fasi

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Persone in fila con la mascherina. FOTO ANSA
Persone in fila con la mascherina. FOTO ANSA
Coronavirus: test rapidi a tutti e riavvio "a scaglioni"

Con più di 105mila contagiati, oltre 77mila italiani tuttora positivi e quasi 12mila e 500 morti, l'Italia raggiunge il picco del contagio per il coronavirus. Ma l'apice non è una vetta quanto piuttosto un "plateau", un altopiano di montagna che va attraversato prima che si possa cominciare ad intravedere la discesa. Ad un mese e mezzo di distanza da quel 20 febbraio quando a Codogno è stato diagnosticato il coronavirus al 38enne Mattia, gli scienziati pronunciano la parola tanto attesa da tutta Italia. Che non significa però la fine delle misure di contenimento e del distanziamento sociale: per le prime, si andrà avanti almeno fino a Pasqua; al secondo, dovremmo abituarci per mesi.

 

La situazione nei territori del nord resta la più drammatica, ma il sud è ancora a rischio, e nessuno può e deve pensare di poter abbassare la guardia. Lo sottolinea, intervistato dal Corriere della Sera, il capo della Protezione civile Angelo Borrelli, il quale osserva che non si sa quando si uscirà dall'emergenza coronavirus, ma è certo che senza le misure messe in campo, ora si conterebbero molti più morti. E per Borrelli, quando sarà finita, sarà molto difficile ripercorrere quel metro che ora separa le persone: «Dovremo essere abili a riavvicinarci all'altro gradualmente, senza perderne la fiducia».

 

TEST RAPIDI A TUTTI E RIAVVIO IN TRE FASI

Un'indagine a larga scala sulla popolazione utilizzando test rapidi sierologici, che indichino cioè chi ha sviluppato anticorpi al nuovo coronavirus, per avere il polso reale della diffusione del contagio. A questo sta lavorando l'Istituto superiore di sanità (Iss), mentre già si pensa ai piani per la "riapertura" del Paese e delle attività. Un riavvio che, dopo la proroga delle misure di contenimento almeno a dopo Pasqua, secondo gli esperti dovrà avvenire in modo scaglionato per tipologia di attività e per Regioni. In vista della ripartenza, però, fondamentale è riuscire ad avere un quadro reale dei casi di positività e anche di chi è certamente guarito avendo sviluppato anticorpi al virus SarsCov2. Ma per fare indagini ampie di questo tipo sulla popolazione, ha spiegato il presidente Iss Silvio Brusaferro, «servono test più rapidi per la ricerca degli anticorpi». I test con tamponi, infatti, richiederebbero tempi più lunghi ed un'organizzazione complessa. Dunque, ha annunciato, «stiamo pensando di fare questo tipo di indagine e stiamo mettendo a punto le tecnologie per poterlo fare. Stiamo cioè lavorando per poter fare a stretto giro un'indagine di prevalenza sierologica». Infatti, «avere una stima in tempi rapidi su un campione significativo della popolazione è molto importante per avere una stima reale dei casi, mentre ad oggi dobbiamo accontentarci di modelli».

 

Intanto dal Viminale è arrivato un chiarimento in una nuova circolare ai prefetti riguardante la questione delle uscite dei genitori con i figli.

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