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Veneto

Rischia di soffocare con la mela, il papà salva il figlioletto di otto mesi

Attimi di terrore e lieto fine in casa del sindaco di Terrazzo. «Il piccolo era cianotico. Ho fatto la manovra di Heimlich»
Emanuela Contin con in braccio il piccolo Francesco, a fianco Simone Zamboni con il primogenito Leonardo
Emanuela Contin con in braccio il piccolo Francesco, a fianco Simone Zamboni con il primogenito Leonardo
Emanuela Contin con in braccio il piccolo Francesco, a fianco Simone Zamboni con il primogenito Leonardo
Emanuela Contin con in braccio il piccolo Francesco, a fianco Simone Zamboni con il primogenito Leonardo

Sono stati attimi di vero terrore quelli che sabato mattina, nella loro casa di Spinimbecco di Villa Bartolomea (Verona), hanno vissuto Simone Zamboni, sindaco del vicino comune di Terrazzo, e la sua compagna Emanuela Contin, anche lei consigliera comunale della stessa amministrazione.

Mancava poco a mezzogiorno, quando il loro secondogenito Francesco, di appena otto mesi, ha rischiato di morire soffocato da un minuscolo pezzetto di mela, rimasto incastrato nel canale di deglutizione. I due genitori si sono accorti subito che qualcosa non andava. Il piccolo tentava di tossire e di piangere, senza però riuscirci.

Sangue freddo di papà

Immediatamente, papà Simone l’ha posizionato a pancia in giù sulle sue gambe e ha iniziato a praticargli la manovra per la disostruzione delle vie aeree superiori, dandogli dei colpi sulla schiena: una tecnica salvavita di primo soccorso che sia Zamboni che Contin conoscono bene avendo frequentato entrambi specifici corsi, lei anche per il suo lavoro di educatrice delle scuole d’infanzia.

«Con il cuore in gola ho proseguito finché ho sentito Francesco piangere», spiega papà Simone, ancora molto provato. «Pensavo di avercela fatta, ma purtroppo nel giro di qualche secondo il bambino si è bloccato di nuovo. Emanuela, al telefono in viva voce con un bravissimo operatore del 118 che oltre a inviare subito un’ambulanza ci ha sostenuto a distanza in tutti i passaggi, era terrorizzata perché vedeva il visino di nostro figlio diventare sempre più bluastro».

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Secondi di terrore

Il piccolo non respirava più e sembrava non rispondere alle manovre. «Quando ci siamo accorti che era cianotico», prosegue Zamboni, «io e Emanuela ci siamo guardati negli occhi. Sono stati secondi interminabili, abbiamo pensato che stavamo perdendo Francesco. A me è passata tutta la vita davanti. Sentivo però che non c’era alternativa: dovevo farmi coraggio e continuare le manovre perché in questi casi è una manciata di minuti a fare la differenza tra la vita e la morte. E così ho fatto, finché non ho sentito Francesco piangere. Era salvo e noi eravamo rinati con lui».

Il piccolo, che era riuscito a deglutire il pezzettino di mela, è stato soccorso dal personale del 118 che nel frattempo aveva raggiunto la casa della coppia dove ignaro del dramma sfiorato era presente anche Leonardo, il primogenito di due anni.

Fondamentale l'aiuto al telefono 

«La Croce Europa», racconta mamma Emanuela, «è arrivata come un fulmine e i due operatori sono stati eccezionali così come quello che al telefono ci aveva aiutati ad evitare di essere presi dal panico. Ci hanno tranquillizzato e si sono occupati di Francesco. Mi hanno perfino accompagnata in ospedale dove il piccolo è stato sottoposto ad un’accuratissima visita pediatrica che ha accertato che tutto fosse a posto».

I due genitori, che ancora si rivedono davanti quegli istanti terribili, vogliono lanciare un messaggio importante. E non solo ad altre mamme e papà. «Quello che ci è capitato», dicono, «dimostra quanto siano dei veri salvavita le manovre di disostruzione delle vie aeree. Chiunque può ritrovarsi in situazioni simili e saper agire in velocità è fondamentale. Perciò tutti dovrebbero seguire questi corsi, tornando poi periodicamente a frequentarli».

Il precedente

A dimostrare quanto questo sia vero è ciò che è capitato appena una ventina di giorni fa, precisamente il 17 gennaio, alle medie Frattini di Legnago, dove la professoressa di lettere Maria Stella Artuso ha salvato la vita ad uno suo allievo undicenne proprio praticandogli la cosiddetta manovra di Heimlich per la disostruzione delle vie aeree, appresa durante i periodici corsi di formazione organizzati per il personale scolastico.

Lo studente, alla fine dell’intervallo, stava infatti per rimane soffocato a causa di un pezzo di merenda, ingerita forse troppo velocemente o masticata male. La docente, accortasi che faticava a respirare, gli ha immediatamente praticato le manovre, facendo allertare nel frattempo i soccorsi. Nel giro di pochi minuti, il ragazzo ha espulso il boccone e ha ripreso a respirare proprio grazie al tempestivo intervento della sua insegnante.

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Elisabetta Papa

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