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L'inchiesta

L'audio di Giulia Cecchettin: «Vorrei che Filippo sparisse dalla mia vita, ma ho paura che si faccia del male»

L'inchiesta sull'omicidio della 22enne veneta e la ricostruzione del delitto
Audio Giulia Cecchettin

Aggiornamento giovedì 23 novembre

L'audio di Giulia Cecchettin

«Mi sento in una situazione in cui vorrei che sparisse, vorrei non avere più contatti con lui», diceva Giulia Cecchettin in un audio riferendosi all'ex fidanzato Filippo Turetta, aggiungendo però che «non so come farlo perché mi sento in colpa, perché ho troppa paura che possa farsi male in qualche modo».

La registrazione è un documento di Chi l'ha visto? trasmesso ieri sera, 22 novembre, dal Tg1. Nell'audio Giulia diceva fra l'altro che «lui mi viene a dire cose del tipo che è superdepresso, che ha smesso di mangiare, che passa le giornate a guardare il soffitto, che pensa solo ad ammazzarsi, che vorrebbe morire».

Queste cose, Filippo «non me le viene a dire per forza, secondo me, come ricatto, però suonano molto come ricatto», afferma Giulia nella registrazione, che prosegue: «E allo stesso tempo mi viene a dire che l'unica luce che vede nelle sue giornate sono le uscite con me o i momenti in cui io gli scrivo. E quindi questa cosa con il fatto che io vorrei non vederlo più perché comincio a non sopportarlo più, mi pesa. Non so come sparire, nel senso che vorrei fortemente sparire dalla sua vita, ma non so come farlo perché mi sento in colpa, perché ho troppa paura che possa farsi male in qualche modo».

Nessun intervento dopo la chiamata del vicino al 112

La sera di sabato 11 novembre i Carabinieri non inviarono una pattuglia a Vigonovo dopo l'allarme al 112 di un vicino dei Cecchettin su un litigio in corso in un parcheggio, il luogo dove ci fu la prima aggressione di Filippo a Giulia. Il particolare trova conferma in ambienti vicini all'inchiesta. Nell'ordinanza del Gip non c'è traccia dell'intervento di pattuglie quella sera. Al 112 il testimone (ore 23.18) disse di aver sentito urlare «mi fai male», e visto un uomo calciare una figura terra ma non riuscì a prendere la targa dell'auto. L'indagine scattò domenica, dopo la denuncia di scomparsa di Giulia presentata dal papà.

Filippo Turetta arriverà a Venezia sabato con volo dell'aeronautica militare

Filippo Turetta verrà consegnato alle autorità italiane sabato 25 novembre, e arriverà a Venezia. Lo ha riferito il legale del giovane, Giovanni Caruso. Un aereo dell'Aeronautica militare partirà alle ore 8.00 da Roma, e arriverà alle 10.00 a Francoforte per prelevare Turetta. La partenza dallo scalo tedesco è prevista per le 10.45, con destinazione Venezia.

Post misogini e omofobi del legale di Turetta: incarico revocato

Minigonne sotto accusa e foto di matrimoni gay definite "raccapriccianti". È bufera sull'ormai ex legale d'ufficio di Filippo Turetta, l'avvocato Emanuele Compagno, per post misogini e omofobi sui suoi social. A Compagno, nel tempo libero giornalista e presidente della Pro Loco di Camponogara, in provincia di Venezia, oggi è stato revocato l'incarico affidato all'avvocato Giovanni Caruso, professore ordinario di diritto penale all'Università degli Studi di Padova.

I funerali di Giulia spostati a Santa Giustina a Padova

Si svolgeranno nella Basilica di Santa Giustina, in Prato della Valle a Padova, i funerali di Giulia Cecchettin, la cui data non è ancora stata fissata. La decisione è stata presa ieri, in accordo tra la Diocesi padovana, la famiglia di Giulia, la parrocchia e l'amministrazione comunale di Saonara (Padova), dove inizialmente era stata decisa la celebrazione. Lo spostamento di sede - si è appreso dal fonti della chiesa padovana - è stato deciso perché per le esequie si prevede un grande afflusso di persone, e la situazione logistica, sia a Saonara che a Vigonovo, potrebbe non garantire la sicurezza e la partecipazione. Santa Giustina è una delle più grandi basiliche del mondo, ed è una chiesa parrocchiale diocesana, sede di una comunità di monaci benedettini.

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mercoledì 22 novembre

La confessione di Filippo Turetta

Filippo Turetta ha cercato «più volte di farla finita» nel corso della sua fuga ma di non avere avuto il coraggio di farlo. La confessione emerge dal verbale di interrogatorio alle autorità tedesche. Agli investigatori che lo hanno fermato, Turetta ha ammesso di aver «ammazzato la mia fidanzata» e di aver cercato «di farla finita ma non ho avuto il coraggio». Quando è stato arrestato Turetta aveva delle evidenti macchie di sangue sui vestiti e diverse ferite alle mani e alle caviglie. 

 

Via libera all'estradizione

Il tribunale tedesco ha disposto l'estradizione di Filippo Turetta. Lo stesso Turetta ha dato il proprio consenso a venire consegnato alle autorità italiane. Lo riferisce una nota della Polizia tedesca recapitata stamani all'avvocato italiano del giovane, Emanuele Compagno.

 

Nell'auto di Turetta un coltello, guanti e un cellulare

Un coltello da cucina con una lama di dodici centimetri, probabilmente l'arma del delitto, un paio di guanti e un telefono cellulare, sono stati rinvenuti dalla polizia tedesca nella borsa di Filippo Turetta, all'interno della Punto nera fermata lungo l'autostrada vicino a Lipsia. Nella vettura sarebbero state individuate anche tracce di sangue, presenti anche sulle scarpe e sui vestiti del 22enne. Sarebbero stati trovati infine circa 300 euro in contanti; altri accertamenti sono in corso sull'eventuale acquisto di una scheda Sim straniera per poter utilizzare il telefonino senza venire tracciato.

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Martedì 21 novembre

Sono da collocare tra le 23.15 e le 23.40 dell'11 novembre le due aggressioni che hanno portato alla morte di Giulia Cecchettin per mano di Filippo Turetta, tra la casa della ragazza e quella la zona industriale di Fossò (Venezia). La ricostruzione è contenuta nell'ordinanza di custodia cautelare del Gip di Venezia emessa ieri, e trasmessa per l'emissione del mandato di arresto europeo nei confronti di Turetta, per i resti di omicidio aggravato dalla relazione affettiva e sequestro di persona. Il primo episodio viene ricostruito dal racconto di un testimone, il secondo dalle telecamere di sorveglianza della zona.

Ricostruita la sequenza dell'omicidio di Giulia Cecchettin

Giulia Cecchettin ha lottato per quasi 25 minuti prima di arrendersi al suo carnefice. Lo si legge nell'ordinanza di custodia del Gip di Venezia, che ripercorre gli orari della doppia aggressione di sabato 11 novembre, di cui è accusato l'ex fidanzato Filippo Turetta, ora in carcere in Germania. Le grida d'aiuto di Giulia, e l'invocazione «così mi fai male» vengono udite - si legge nelle carte - da un vicino di casa alle 23.15, nel parcheggio a 150 metri da casa Cecchettin. Quando l'azione omicida si è già spostata invece nella zona industriale di Fossò, e si vede Turetta che carica il corpo in auto, l'orario è quello delle 23.40.

Giulia Cecchettin ha lottato per 25 minuti contro l'aggressore

Giulia è stata uccisa «infierendo con plurimi colpi da arma bianca», quindi «scaraventandola a terra», poi «caricandola in auto» e infine «abbandonandola in un luogo isolato». La sequenza degli episodi è stata ricostruita dal Gip di Venezia, nell'ordinanza di custodia cautelare, per il reato di omicidio volontario. L'aggravante viene sottolineata dal giudice perché il delitto viene compiuto «contro persona legata al colpevole da relazione affettiva», anche se terminata. Infine, il reato di sequestro di persona viene contestato ritenendo che Giulia sia stata trattenuta nella Punto nera «contro la sua volontà per un lasso di tempo apprezzabile».

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Lunedì 20 novembre

Filippo Turetta, l'ex fidanzato di Giulia Cecchettin, il cui corpo è stato ritrovato in un canalone vicino al lago di Barcis, in provincia di Pordenone, arrestato vicino a Lipsia in Germania e trasferito in carcere, non si è opposto all'estradizione. Potrebbe essere in Italia entro 10 giorni. 

La fuga del 22enne di Torreglia è finita sabato sera, 18 novembre, lungo l'autostrada A9 all'altezza della cittadina di Bud Durremberg, dopo una settimana di latitanza.

Il procuratore: «È omicidio volontario»

Il procuratore capo di Venezia Bruno Cherchi: «Il ritrovamento del corpo della ragazza chiaramente necessita il cambiamento del capo di imputazione, che quindi è stato cambiato. È omicidio volontario, allo stato, ma si tratta di una imputazione provvisoria perché dobbiamo fare tutti gli accertamenti tecnici sui luoghi, sui reperti, sulla macchina, dobbiamo sentire la versione dei fatti di Turetta, e solo a quel punto si potrà fare un'impostazione più completa».

Il papà di Giulia: «Non provo nulla. Penso a mia figlia che non c'è più»

«Non provo rabbia, non provo nulla. Io penso alla mia Giulia che per me ormai non c'è più». Sono le uniche parole che stamani ha detto ai giornalisti Gino Cecchettin, padre di Giulia, uscendo dalla sua abitazione a Vigonovo (Venezia).

La sorella Elena ha affidato ad una lettera il suo pensiero: «Turetta viene spesso definito come mostro, invece mostro non è. Un mostro è un'eccezione, una persona esterna alla società, una persona della quale la società non deve prendersi la responsabilità. E invece la responsabilità c'è. I "mostri" non sono malati, sono figli sani del patriarcato, della cultura dello stupro».

Elena Cecchettin: «Mia sorella buona ma non stupida»

«Mia sorella era più buona, più dolce, più sensibile di quello che tutti immaginano - ha detto Elena Cecchettin ricordando Giulia -. Un'anima pura, un'eterna bambina ma non nel senso di stupida e ingenua; nel senso che era una persona che viveva la vita con leggerezza e senza cattiveria».

Il padre di Filippo Turetta: «Ora difficile abbracciarlo»

La famiglia di Giulia Cecchettin piange una figlia, una sorella, una nipote. I genitori di Filippo Turetta, arrestato in Germania per l'omicidio dell'ex fidanzata, convivono con una sofferenza diversa.

«Siamo ancora sotto shock per quello che è successo, per quello che ha combinato nostro figlio. Non riusciamo a capire come possa aver fatto una cosa così, un ragazzo al quale abbiamo cercato di dare tutto» dice il padre di Filippo Turetta, presente ieri sera, 19 novembre, alla fiaccolata per Giulia. «Pensavo fosse morto? Non so se ero contento... mio figlio pagherà, la giustizia farà il suo corso, ma c'è una famiglia... bisogna capire. Non è facile affrontare questa cosa. Mio figlio è stato descritto come un mostro, non lo è e non lo è mai stato, non può essere» aggiunge il padre frastornato.

E ancora: «Facciamo tantissime condoglianze alla famiglia di Giulia», dice. Andrà a trovare la famiglia di Giulia? «Sì, ma bisogna trovare il coraggio per farlo».

Filippo arrestato in Germania, dice sì all'estradizione 

Il giudice del tribunale cittadino di Halle an der Saale, in Sassonia Anhalt, ha già convalidato l'arresto di Filippo Turetta, che nel corso dell'udienza, ha fatto sapere il suo avvocato, Emanuele Compagno, «ha acconsentito ad essere estradato in Italia». Ora però dovrà aspettare che il tribunale regionale inizi a esaminare la richiesta di estrazione. «Per portarlo in Italia - ha aggiunto il legale - potrebbero servire una quindicina di giorni».

I tempi, ha osservato il ministro della Giustizia Carlo Nordio, «in questi casi sono rapidi. Tutto dipende dalla magistratura di Venezia, ma generalmente i tempi sono molto rapidi». 

Quando l'estradizione sarà pronta, un team della polizia giudiziaria italiana andrà in Germania a prenderà in consegna il 22enne per trasferirlo in Italia e metterlo a disposizione dell'autorità giudiziaria. Magistrati che hanno diverse domande da porre al giovane, per definire i dettagli che ancora mancano e soprattutto valutare se c'è stata o meno premeditazione. 

Rettrice Padova: laurea per Giulia ci sarà di sicuro

«Giulia doveva laurearsi giovedì scorso, il suo cognome, Cecchettin, era a la prima studentessa attesa alle 8 e mezza per una laurea di ingegneria. Una laurea che ci sarà, ci sarà di sicuro», ha detto la rettrice dell'Università di Padova, Maddalena Mapelli, durante un convegno in aula magna aperto oggi, 20 novembre, con un minuto di silenzio in ricordo della giovane uccisa.

 

 

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