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Malata, ma in India. Poi le scuse

Il caso Moretti
Da Bulgarini
un duro attacco

L’immagine di Moretti in India che lei stessa ha postato in Instagrame che Il Giornale di Vicenza nei giorni scorsi per primo ha pubblicato
L’immagine di Moretti in India che lei stessa ha postato in Instagrame che Il Giornale di Vicenza nei giorni scorsi per primo ha pubblicato
L’immagine di Moretti in India che lei stessa ha postato in Instagrame che Il Giornale di Vicenza nei giorni scorsi per primo ha pubblicato
L’immagine di Moretti in India che lei stessa ha postato in Instagrame che Il Giornale di Vicenza nei giorni scorsi per primo ha pubblicato

ore 12 In attesa del confronto interno al Pd Veneto sul "caso Moretti", in città c'è già chi ha preso posizione in maniera netta e inequivocabile. Non solo prendendo le distanze dal comportamento di "Ladylike", ma arrivando anche a chiederne le dimissioni.

È il vicesindaco Jacopo Bulgarini d'Elci in un post pubblicato sulla sua pagina Facebook. "A me dispiace andar contro una persona con cui ho lavorato per anni, esponente di un partito che voto - scrive tra le altre cose Bulgarini -. Sono tutto fuorché un moralista, e tendo a non prendere troppo sul serio me stesso. Ma prendo sul serio il mio servizio alla collettività. E come me è pieno di amministratori che lavorano, in un tempo difficile, provando a fare il bene comune, con serietà e sopratutto provando ad attenersi a quella regola latina: la gravitas, la profondità, come attributo del politico. Ecco, ogni balla, ogni spacconata, ogni frivolezza danneggia la buona politica, chi ci crede ancora, e chi prende sul serio l'impegno pubblico".

Non solo, perché a rincarare la dose, ecco in allegato al posto anche la locandina del cinepanettone "Natale in India" con Massimo Boldi e Christian De Sica.

Infine, sollecitato nei commenti («Ritiene che l'Ale si debba dimettere?»), arriva l'affondo con un lapidario «Sì», che spazza via ogni dubbio (se mai ce ne fossero stati) non lasciando spazio a nessun tipo di interpretazione.

 

 

ore 6 È sorridente, in abito nero, in un mare di colori nel cuore India con il tilaka in fronte, il famoso puntino rosso. La bella Alessandra Moretti, capogruppo del Pd, si è fatta immortalare così, in un tempio a Jaipur, e l’ha postato su Instagram, nel profilo privato. Nello stesso momento in una Venezia di nebbia, i suoi colleghi di partito erano in consiglio a sfornare gli oltre 400 emendamenti sul Collegato alla legge di Stabilità, un fondamentale della Regione. Ed erano tutti stra-convinti che lei fosse a casa malata. Succede martedì pomeriggio. Adesso però il ruolo di capogruppo di Moretti traballa: alcuni dei suoi si sentono autorizzati a chiederle di fare un passo indietro, altri di indicare un nuovo rappresentate. Oggi si parleranno. L’impressione è che per questione di stile si farà quadrato e che ad un cambio si arriverà, ma non subito. A indire l’incontro a Venezia è stata Moretti: «Serve chiarire. C’è chi sta remando contro di me».

ESTETISTI E VIAGGI. È l’ennesimo scivolone dell’ex eurodeputata, candidata alla poltrona di presidente della Regione, che in campagna elettorale aveva debuttato parlando dei suoi frequenti “viaggi” dall’estetista: «Una volta a settimana», aveva detto meritando l’appellativo di Ladylike. L’ennesimo scivolone, questo vero in India dandosi malata, che il Giornale di Vicenza ha riportato per primo. Poi, nel giro di 24 ore, la notizia è stata ripresa e ampliata. Sì, perché lei è l’Alessandra nazionale. Con tutti gli onori e gli oneri. Moretti però si giustifica a Radio Capital: «Ma io sono stata male davvero in India. È surreale che mi debba giustificare. Non siamo in tribunale». Quei riflettori, puntati per l’ennesima volta su di lei, stavolta hanno fatto arrabbiare. «La misura è colma. Non si fa la capogruppo leggendo, di tanto in tanto, un foglio in aula», sbottano dei dem a palazzo. Altri preferiscono il no comment. Il fatto è che tutta la benevolenza dei “veterani” del Pd dell’aula non serve a metterci la solita pezza. Come quella usata un mese fa, quando Moretti aveva sollevato un bel polverone politico sull’intitolazione di un’aula a Valeria Solesin, la veneziana uccisa a Parigi dai terroristi. Salvo poi, al momento della discussione in tarda serata, non essere al suo posto. Era già partita. Anche allora causa malattia, aveva detto: malessere improvviso di un figlio poi risolto.

IL VERTICE. Oggi, al ritorno dal suo viaggio, non dovrà fare i conti con l’istituzione Regione (è stata dichiarata assente e niente le è dovuto), ma coi suo colleghi di partito ai quali aveva comunicato via chat il 9 dicembre e ribadito poi il 12 : «Ragazzi, mi dispiace ma io non ci sarò in questi giorni perché ancora ammalata», dribblando così una serie di incontri sul territorio, oltre ai lavori in aula. Lì per lì nessuno aveva fiatato. C’erano anzi altri ammalati: Fracasso si è presentato in aula mezzo febbricitante. Lui è il relatore di minoranza del Collegato. La capogruppo? Non pervenuta. Ancora. È al 27% delle presenze in aula. Pochissime. La batte solo il governatore Zaia che, al suo secondo mandato, si mantiene alla larga dai lavori di consiglio per scelta dichiarata. Comunque aggredibile. E, infatti, Fracasso non commenta il viaggio in India, ma attacca: «Anche Zaia non c’era in Consiglio, ma non viene fatto bersaglio di questi strali». Il governatore infatti nei giorni scorsi si è preso ferie, ma a palazzo Balbi lo riferivano tranquillamente. Ci sta. Come ci stava il viaggio in India di Moretti, invitata, come altri vip vicentini, allo sfarzoso matrimonio di Jorge Sharma, imprenditore orafo molto conosciuto nel vicentino. Ma lei non solo l’ha nascosto ai colleghi, ma anche a chi la cercava quel giorno: «Scusa, ma sono a casa con febbre». Solo che le bugie hanno le gambe corte. E così poi provava a parare: «Sono fuori città ammalata da viaggio». Oggi Moretti sarà a Venezia per difendere il suo ruolo di capogruppo e affrontare le tigri. E ieri sera ha chiesto scusa al Pd: «Sono appena atterrata. Avevo programmato da tempo questo viaggio con mio padre. Era il matrimonio di una persona che mi è molto cara. Ho sottovalutato la necessità della mia presenza in questi quattro giorni in Consiglio regionale: ho fatto la scelta sbagliata e chiedo scusa».

 

Poi il post sulla sua pagina Facebook: «Avevo programmato il viaggio in India diversi mesi fa, assieme a mio padre. Siamo stati invitati al matrimonio di una persona a noi molto cara e abbiamo accettato con piacere l'invito, anche perché l'agenda del Consiglio Regionale del Veneto, al momento dell'invito stesso, era libera.

Ho fatto, evidentemente, la scelta sbagliata.

Chiedo scusa per aver deluso le persone che mi hanno dato fiducia e che ho mancato di rappresentare in questi quattro giorni. Chiedo scusa al Partito Democratico, che nulla c'entra con questa spiacevole vicenda personale, e ai suoi iscritti. Chiedo scusa, infine, ai colleghi del Consiglio Regionale del Veneto, perché è solo con il costante lavoro di tutti che si possono raggiungere gli obiettivi prefissati.

Solo una piccola precisazione: non mi sono messa in malattia, come sostiene qualche malalingua, Non sono stata presente in aula e pertanto non ho percepito alcun gettone di presenza, come previsto dal regolamento del Consiglio Regionale per i consiglieri assenti».

 

Cristina Giacomuzzo

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