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Udine

Specializzanda aggredita durante la guardia medica: «Cambio lavoro». Il ministro Schillaci: «Sconcertante frequenza»

L'accompagnatore di un paziente ha messo le mani al collo del medico 28enne tentando di strangolarla, prima di darsi alla fuga
Le immagini del medico dopo l'aggressione
Le immagini del medico dopo l'aggressione
Le immagini del medico dopo l'aggressione
Le immagini del medico dopo l'aggressione

Una specializzanda di 28 anni è stata aggredita, subendo un principio di strangolamento, sabato sera, mentre era di turno come guardia medica a Udine. L’aggressore era l’accompagnatore di un paziente a cui era stato consigliato di recarsi in Pronto soccorso per alcuni approfondimenti diagnostici. L’uomo ha dapprima minacciato la dottoressa e, quindi, le ha messo le mani al collo tentando di strangolarla prima di darsi alla fuga, dopo che una collega è prontamente intervenuta per difenderla. Lo ha denunciato sui social la stessa vittima dell’aggressione, aggiungendo la decisione: «Dopo questa esperienza, cambio lavoro».

Da quanto ha riferito la specializzanda, i Carabinieri hanno già identificato l’uomo, essendo accorsi poco dopo la richiesta di aiuto. «Chiediamo più tutela nello svolgimento del nostro lavoro - è l’appello lanciato sui social dalle due dottoresse in servizio sabato sera -. Non è possibile che un medico nell’esercizio delle proprie funzioni venga aggredito per aver invitato un paziente, dopo avergli prestato le cure ritenute opportune, a recarsi in Pronto soccorso nel suo interesse; non è ammissibile rischiare la propria vita sul posto di lavoro perchè non si è abbastanza tutelati, perchè spesso il medico di continuità assistenziale viene considerato un medico di serie B».

 

I numeri delle aggressioni

I casi di aggressioni al personale del 118 e nei pronto soccorso sono stati circa 2.500 nell'ultimo anno, soprattutto donne, secondo un recente rapporto dell’Inail, anche se per gli addetti ai lavori il dato sarebbe sottostimato. «Episodi di aggressione fisica e verbale a medici e infermieri, come quelli che si ripetono con sconcertante frequenza, non sono più ammissibili. Al personale sanitario va tutta la mia solidarietà e vicinanza; il Ministero della Salute metterà in atto tutte le iniziative necessarie a tutelare la loro incolumità», ha annunciato il ministro della Salute Orazio Schillaci.

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