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L'omaggio al campione di Spagna

Dal 5 luglio al cinema una inedita versione del docufilm dedicato a Paolo Rossi

In concomitanza con il quarantesimo anniversario della vittoria della Nazionale azzurra ai Mondiali di Spagna del 1982, arriva nei cinema, a partire dal 5 luglio, una inedita versione per la sala del documentario “Paolo Rossi – L’Uomo. Il Campione. La Leggenda”.
Si tratta del ritratto intimo e toccante di uno dei più grandi ed amati calciatori di tutti i tempi, icona del calcio a Vicenza, il cui nome è legato indissolubilmente allo storico mondiale di Spagna dell´82: tre prodigiosi gol contro i fenomeni del Brasile, due alla Polonia in semifinale e uno in finale con la Germania trascinarono l’Italia ad una vittoria in grado di travalicare i confini dello sport per farsi occasione di rinascita per un paese che usciva da una fase storica assai difficile e complessa. Come racconta lo stesso Rossi nel film «La Nazionale fu la metafora di un’Italia che crede, che lotta che spera».
Amato per il suo talento e il suo fascino, per il fair play e per il suo stile unico, Rossi è uno dei giocatori simbolo di quella generazione di campioni che hanno segnato l'età d’oro del calcio.
Non solo un film su Paolo Rossi, la sua vita e le sue gesta sportive, ma soprattutto l’unico ed irripetibile lavoro cui Paolo ha partecipato attivamente alla realizzazione sin dalle prime fasi della sua impostazione. Un film che quindi, oltre a raccontare tutto su Pablito regala anche un ritratto senza eguali di quella bellissima persona che è stata il Signor Paolo Rossi.
Il film è impreziosito dal brano inedito dedicato a Rossi: “Mio Fratello è un campione”, scritto da Mario Lavezzi, uno dei più importanti autori della musica leggera italiana, con Lorenzo Vizzini e Luca Durgoni.
Il docufilm getta una luce importante e rivelatrice sulla vita del grande goleador. La sua testimonianza diretta, i filmati d'epoca e i contributi di alcuni campioni che hanno segnato la storia del calcio, restituiscono un racconto emozionante sulla vicenda calcistica e umana di Pablito; la sua smisurata passione per il calcio sin da piccolissimo, la sua enorme forza di volontà che gli permise di fare una carriera da stella di prima grandezza nel firmamento calcistico, nonostante un fisico che sin da giovanissimo non lo aveva sostenuto adeguatamente. Quella stessa volontà che negli ultimi anni, prima della sua prematura scomparsa nel dicembre 2020, lo ha portato ad abbracciare l'impegno sociale al fianco dei ragazzi romeni abbandonati dalle famiglie, che vengono assistiti dalla Fondazione Parada a Bucarest.

 

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