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Ciclismo

Gazprom Rusvelo esclusa, il vicentino Canola si ritrova senza lavoro

Il vicentino Marco Canola
Il vicentino Marco Canola
Il vicentino Marco Canola
Il vicentino Marco Canola

Il primo interruttore lo hanno abbassato due sponsor, Look e Corima, che hanno tagliato i ponti con la squadra. Poche ore dopo è arrivato il provvedimento più temuto, la messa al bando da parte dell’Unione ciclistica internazionale. La riprovazione dell’Occidente verso la guerra di Putin travolge anche lo sport, senza risparmiare chi si ritrova incolpevolmente sotto un’insegna riconducibile alla Russia. È così anche per il ciclista professionista vicentino Marco Canola, da tre anni alla Gazprom Rusvelo, la principale squadra russa, composta da corridori di molte nazionalità, in prevalenza russi e italiani. La Gazprom Rusvelo era a Laigueglia, in Liguria, dove avrebbe dovuto partecipare all’omonimo Trofeo con sette corridori, fra cui il ceco Vacek, vincitore pochi giorni fa a Dubai. 
Squadra estromessa, e non solo dalla corsa. Il comitato di gestione del’Uci, in sessione straordinaria, ha condannato l'aggressione dei governi russo e bielorusso e il loro mancato rispetto della tregua olimpica. L’Uci ha fatto sue le rigide risoluzioni del Cio: le squadre russe e bielorusse non possono più gareggiare e perdono il riconoscimento dell’ente supremo del ciclismo mondiale.
In 11 anni di professionismo Marco Canola non si era mai trovato in una situazione così surreale. Può accadere che le squadre “saltino” per la defezione di uno sponsor, ma essere privati del proprio mestiere per le sanzioni dovute a una guerra va oltre l’immaginabile. Il corridore di Marola di Torri, 33 anni compiuti a dicembre, nove centri in carriera, aveva iniziato l’anno col proposito di tornare a vincere per esorcizzare un periodo storto. Dopo otto giorni di corse alla Vuelta Valenciana e al Tour of Oman, improvvisamente soffiano i venti di guerra, la Gazprom Rusvelo diventa una squadra senza licenza e ora tutto è un’incognita: la stagione, gli stipendi, il prosieguo della carriera. In attesa di un pronunciamento del management della squadra, che al momento tace, la parola d’ordine è ricollocarsi. Ma a marzo gli organici sono chiusi e i budget piazzati, reinventarsi un futuro con un’altra maglia è dura anche per chi ha vinto da poco, come Vacek e Malucelli, figurarsi per gli altri.
L’ultima volta di Canola risale all’agosto 2019, quarta tappa del Tour of Utah. Appena passato professionista, nel 2012, il vicentino firmò una tappa al Giro di Malesia, ma il momento più esaltante è stato al Giro d’Italia del 2014, fuga e vittoria nella tappa di Rivarolo Canavese. La sua annata più prolifica è stata il 2017: sei vittorie e chiamata ai mondiali come riserva. Ora c’è un futuro da ricostruire senza sapere da dove cominciare. 

Eros Maccioni

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