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Gemellaggio sportivo

Il ciclista vicentino accoglie in casa il suo meccanico ucraino

Il ciclista Marco Canola disputerà due gare con la maglia della Nazionale
Il ciclista Marco Canola disputerà due gare con la maglia della Nazionale
Il ciclista Marco Canola disputerà due gare con la maglia della Nazionale
Il ciclista Marco Canola disputerà due gare con la maglia della Nazionale

"Pronto Andrey, come stai? Hai bisogno di aiuto?". È stato più o meno questo il tenore della telefonata che il ciclista vicentino Marco Canola ha fatto all'amico ucraino Andrey Suralev. Dopo aver condiviso insieme le ultime due stagioni al Team Gazprom-RusVelo, le strade di Marco e Andrey si sono divise lo scorso gennaio, quando il meccanico ucraino ha deciso di lasciare il suo posto nella squadra con licenza World Tour per aprire un negozio di bici a Kiev. Un progetto di vita che si coronava e ora è messo a rischio, con tutti gli investimenti fatti.

Nel momento del bisogno sono però gli amici a tenderti la mano ed è quanto ha fatto Marco Canola. «Quando il 24 febbraio è scoppiato il conflitto ho subito chiamato Andrey per sapere come stesse e se avesse bisogno di aiuto», racconta il velocista vicentino. Due settimane dopo è stato Andrey a farsi risentire e chiedere supporto all'amico italiano. Nel frattempo, il meccanico ucraino era arrivato in Italia con la famiglia (moglie, sorella e nipote di soli sei anni), recuperati al confine con la Moldavia. Qui è stato accolto in una struttura temporanea prima di chiedere aiuto a Marco. «Mi ha chiamato una sera e mi ha raccontato la sua situazione chiedendomi aiuto, mi è sorto spontaneo accoglierlo in casa mia con tutta la sua famiglia - prosegue Canola -. Ci siamo subito attivati per trovargli un lavoro e fortunatamente la squadra World Tour Intermarché - Wanty - Gobert Matériaux lo ha assunto come meccanico. Ora stiamo cercando un appartamento in affitto qui per poterlo rendere indipendente con la sua famiglia e cerca di ripristinare un minimo di normalità nelle loro vite». Conoscere oggi la situazione del negozio di Kiev è impossibile, come lo è prevedere quando si potrà tornare a casa. Aver ritrovato un lavoro per garantire uno stipendio alla famiglia ed essere vicino agli amici è però un piccolo conforto per Andrey. «Qualche giorno fa - racconta non senza commozione Canola - mi ha abbracciato e mi ha ringraziato per l'aiuto dato».

In questi giorni turbolenti anche Canola sta vivendo gli effetti della guerra perché la Gazprom-RusVelo con cui gareggiava è di fatto ferma a causa delle restrizioni adottate dall'Uci (Unione ciclistica internazionale) alla stregua di quanto fatto da altri sport verso club, squadre e atleti di matrice russa. La revoca del nome e della registrazione con cui la Gazprom-RusVelo correva ha di fatto bloccato l'attività di atleti e staff. Abbiamo un dialogo aperto con l'Uci per provare a convincerla a tornare sui suoi passi - racconta il ciclista vincitore di una tappa al Giro d'Italia 2014 -. Spero si risolva presto la situazione perché non poter gareggiare è frustrante. Correrò la "Per sempre Alfredo" e la "Settimana Coppi e Bartali" con la maglia della Nazionale, ma vorrei tornare a vestire la maglia del team che ha sempre creduto in me».

Luca Strapazzon

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