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Chiuppano

Svolta Gas, gara per la vendita che salva azienda e dipendenti

Ci è voluto più tempo del previsto, ma ieri il Tribunale ha fatto la mossa decisiva per la salvezza della Gas di Chiuppano, l’azienda di denim e abbigliamento che da due anni e mezzo vive nell’incertezza del suo futuro. E che il 14 gennaio scorso si era aggrappata all’offerta-razzo della holding dell’imprenditore trevigiano Andrea Citterio inserita all’ultimo minuto nel nuovo piano di concordato presentato dall’amministratore unico Cristiano Eberle, ultima chance per evitare il fallimento. Poi silenzio totale in attesa dell’ammissione di quel piano, con lo spiraglio che si potesse accelerare almeno con l’affitto dell’azienda, nella lunga suspance in vista di un’adunanza dei creditori con DeA Capital ad avere sempre l’ultima parola. Ieri la svolta. Il decreto del Tribunale di Vicenza ha disposto una gara competitiva e stabilito modalità e condizioni per la vendita di Gas. E la base di partenza è la proposta di Citterio, naturalmente in pole position per aggiudicarsela. Tempi strettissimi: entro il 27 aprile il termine per depositare le offerte. E con la cessione alla nuova proprietà il proseguimento dell’attività di Gas non sarà più legato alle sorti del concordato.

La svolta. La chiave di volta trovata nell’articolo 163 bis della riforma fallimentare entrata in vigore nel 2015: procedura che consente in buona sostanza la cessione dell'azienda, ancora prima dell’omologa, per tutelare al massimo la continuità aziendale. In altre parole: i tempi per il via libera del piano rischiavano di mettere a repentaglio la continuità dell’azienda, che già vive la sua condizione di difficoltà. In questo modo l’impresa verrebbe ceduta subito, l’attività può proseguire con i lavoratori. E la procedura concorsuale procede a sua volta per la sua strada. Ed è in questo contesto che hanno lavorato i legali di Gas dello studio Casa. «Nell’ambito di un concordato con continuità indiretta - evidenzia l’avvocato Fabio Sebastiano - abbiamo la possibilità di vedere trasferita l’azienda che rimarrà sul territorio con tutti i suoi lavoratori. È il miglior risultato».

Le modalità. Le condizioni di vendita, come detto, sono state valutate e decise dal Tribunale partendo dalla proposta di Citterio. Il bando ha per oggetto la vendita di tutto il complesso aziendale comprensivo tra l’altro dell'immobile storico di Chiuppano (chiaro segnale di mantenere l’attività dove si è sviluppata), le partecipazioni di Grotto spa, il magazzino, nonché la salvaguardia dei rapporti di lavoro dipendente sia della Grotto spa che di Exagon (società che gestisce gli outlet), rimasti complessivamente sui 140. Il prezzo base stabilito dal Tribunale è di 15 milioni. Naturalmente poi la Grotto, poiché cede le partecipazioni delle controllate, dovrà incassare dall'aggiudicatario altri 2,5 milioni. Nelle casse del concordato entreranno così complessivamente 17,5 milioni. Starà ai partecipanti alla gara indicare le garanzie e le modalità di pagamento. Il 28 aprile davanti al giudice Limitone avverrà l’esame delle offerte e, se ci saranno più partecipanti, si aprirà l’eventuale gara.

L’evoluzione. E Citterio, a cui si sono aggrappate tante speranze, è intenzionato a partecipare? «In questi mesi - si limita a rispondere Sebastiano - ha confermato l’interesse e ha lavorato a questa operazione con i suoi professionisti». La proposta di Andrea Citterio, residente a Treviso, laurea con lode alla Bocconi, un passato nella finanza, un presente di partecipazioni e incarichi dalla moda alla robotica, con una predilezione per l’illuminotecnica, era quella che lo scorso 14 gennaio, aveva scalzato Ubc di Quinto Vicentino, l’unica offerta arrivata un mese prima (erano invece spariti dalla scena il finanziere bellunese Maiocchi, l’imprenditore emiliano Bonacini, la finanziaria maltese Iff) a partire dalla quale il giudice aveva dato una nuova chance all'azienda per evitare il fallimento, concedendo di presentare un nuovo piano (che escludeva i Grotto dalla proprietà), dopo che il concordato era stato bocciato il 7 ottobre 2021 per il non voto del principale creditore DeA che non lo aveva ritenuto congruo. Così era stato presentato il nuovo piano con l’offerta Citterio, modificato poi il 22 febbraio con la novità della cessione definitiva. Ieri il decreto per la gara che consentirà il trasferimento al miglior offerente «con la possibilità - evidenzia il legale - di vedere subito la salvezza dell'azienda, dei lavoratori e la continuità di un marchio del made in Italy». Quanto ai creditori essi saranno soddisfatti non più con i flussi di continuità (base del precedente piano bocciato) ma con il ricavato della vendita e in 36 mesi. Un epilogo - lo rimarca Sebastiano - frutto anche di un lavoro di squadra tra azienda, Mise, sindacati, Regione Veneto, insieme ai principali creditori Amco e DeA, che hanno creduto nel futuro della Gas, con l’assessore regionale al Lavoro Elena Donazzan a fare da collante. Si intravede già il gran finale.

 

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Roberta Bassan

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