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DOPO MAIOCCHI, ALTRO NOME

Gas jeans, per il salvataggio ora sono in campo in due

A Chiuppano  il quartier generale della Gas: lo scorso 15 ottobre si è tenuto il sit-in dei lavoratori dopo la bocciatura del concordato  FOTO STUDIOSTELLA
A Chiuppano il quartier generale della Gas: lo scorso 15 ottobre si è tenuto il sit-in dei lavoratori dopo la bocciatura del concordato FOTO STUDIOSTELLA
A Chiuppano  il quartier generale della Gas: lo scorso 15 ottobre si è tenuto il sit-in dei lavoratori dopo la bocciatura del concordato  FOTO STUDIOSTELLA
A Chiuppano il quartier generale della Gas: lo scorso 15 ottobre si è tenuto il sit-in dei lavoratori dopo la bocciatura del concordato FOTO STUDIOSTELLA

«Sì, abbiamo presentato una manifestazione di interesse per la Gas di Chiuppano, ma vorrei precisare che prima di qualsiasi valutazione oggettiva devo verificare carte e numeri. Faccio sempre i passi lunghi come una gamba e vorrei vedere innanzitutto cosa mi portano i miei professionisti, che sono molto bravi, dalla due diligence». Entra in partita anche Stefano Bonacini, lui che è stato per 11 anni presidente del Carpi Calcio e sa vincere (quattro promozioni), fondatore nel 1995 dell’azienda di moda Gaudì Trade, con sede centrale a Carpi (Modena), 205 dipendenti. Si aggiunge all’interesse già espresso per la Grotto di Chiuppano dall'imprenditore bellunese Walter Maiocchi, che nel 2018 ha salvato l’azienda toscana di maglieria di cashmere Malo, stesso ritornello ad accomunarli: «Prima di fare qualsiasi valutazione è necessario vedere carte e numeri».

Gli accordi In pista per il dossier Gas, dopo che loro stessi hanno dichiarato la discesa in campo, sono al momento quindi due soggetti. Entrambi imprenditori. Questo non esclude che possano esserci altre manifestazioni di interesse. «Per quanto riguarda gli accordi di riservatezza - si è limitato a rispondere ieri l'amministratore unico Cristiano Eberle - sono stati inviati a tutti e stiamo attendendo le copie controfirmate». Si aprirà poi la data room dove i soggetti interessati metteranno il naso nei conti: una parte generale con dati economico, finanziari, reddituali, patrimoniali e altre sezioni più specifiche per richieste precise. I tempi rimangono stretti: il 7 ottobre non c’è stata l’omologa al piano di concordato dell'azienda di Chiuppano per il mancato voto del maggiore creditore DeA. Sulla base di possibili nuove offerte Eberle, prima di capire se ci sono elementi che consentano di costruire un nuovo piano concordatario (l’alternativa è il fallimento) lo ha già però detto chiaro: «La valutazione delle offerte dovrà andare bene a DeA che è il maggior creditore e dovrà votare il piano. Solo in quel momento, se ci sarà il benestare di DeA, si potrà dire che l’azienda può essere salvata».

DeA ago della bilancia DeA ha quindi la palla: «Il Fondo Idea CCR gestito da DeA Capital Alternative Funds - la risposta in una nota - è pronto a supportare i due investitori nelle modalità che riterranno opportune, se i numeri del business lo consentiranno ancora». Maiocchi a DeA si è già accostato in via preliminare, anche già nella sua precedente offerta del 2019 (la proprietà fece poi marcia indietro) quando la Gas sommersa dai debiti non era ancora in concordato. Così oggi Bonacini: «L’atteggiamento di DeA - risponde - è buono. Davanti ad imprenditori seri come posso essere io o un altro hanno dato la massima disponibilità». Come e perché si è avvicinato alla Gas di Chiuppano? «Stiamo seguendo l’azienda e conosciamo le sue vicissitudini anche perché abbiamo diversi rappresentanti in comune. Quello di Gas è un target di prodotto simile al nostro e ci interessava vedere i numeri dell’azienda per valutare una possibile operazione». Il progetto che ha in mente Bonacini contempla la salvaguardia dei dipendenti e la continuità aziendale, come aveva espresso da parte sua Maiocchi, che aveva però pure chiesto la discontinuità con la proprietà? «Certo, assolutamente. Sarà nostra premura nel momento in cui avremo visto carte e numeri - risponde Bonacini - fare le nostre valutazioni tenendo presente la protezione dei livelli occupazionali». L’ha cercata direttamente DeA? «Penso che questo non sia il problema. Il tema è che ci siamo “trovati” e loro si sono resi disponibili davanti ad un imprenditore serio che vuole portare avanti un progetto, una volta valutati i numeri». Con Maiocchi preferisce più pensare ad un “duello” o a una possibile alleanza con il benestare del maggior creditore? «Non conosco Maiocchi e non mi metto certo a fare gare. Torno a dire che prima di pensare a qualsiasi percorso e incontro bisogna vedere cosa c’è dentro al vaso di Pandora. Sarò ripetitivo: non sappiamo ancora di cosa parliamo se non del marchio Gas, bisogna verificare dati economici, finanziari, personale, negozi, collezioni. Elementi che neppure DeA ha saputo darci se non in via approssimativa».

Roberta Bassan

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