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OBIETTIVO SALVATAGGIO

Colpo di scena in Gas: ci sono altre offerte oltre a quella di Maiocchi

Il sit-in dei dipendenti il 15 ottobre davanti alla Gas di Chiuppano
Il sit-in dei dipendenti il 15 ottobre davanti alla Gas di Chiuppano
Il sit-in dei dipendenti il 15 ottobre davanti alla Gas di Chiuppano
Il sit-in dei dipendenti il 15 ottobre davanti alla Gas di Chiuppano

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L’offerta di Maiocchi per la Gas di Chiuppano è l’unica? Cala il silenzio. «Per la verità no», risponde l’amministratore unico. E chi altro si è fatto avanti? Cristiano Eberle non può rispondere. «Abbiamo dei vincoli di legge legati al concordato e siamo sottoposti ad accordi di riservatezza. Maiocchi ha scelto di rendere pubblico il suo interesse per l’azienda, noi non avremmo potuto fare il suo nome. Possiamo dire che c’è interesse anche da parte di altri soggetti, ma non possiamo rendere note le interlocuzioni». Il fatto che più soggetti si siano fatti avanti cambia qualcosa per il futuro della Gas? «Sì se ci fosse omogeneità, se tutti i soggetti cioè mirassero all’obiettivo della salvaguardia dell’azienda e dei livelli occupazionali che emerge da Maiocchi. Ma non lo sappiamo: ci sono interlocuzioni che non si sono ancora tradotte in manifestazione di interesse». Che idea si è fatto dell’interesse di Maiocchi? «La manifestazione di interesse è un punto di partenza. Per la mia esperienza molte si concretizzano in offerta e altre no. Da quello che vedo nella sua manifestazione c’è un interesse per salvaguardare l’azienda e volontà di mantenere i livelli occupazionali, uniti al fatto che si tratta di un imprenditore-manager abituato a gestire imprese. E quindi caratteristiche di questo tipo, oggettive e soggettive, meritano grande rispetto, credo si tratti di un bel segnale». Può riaprirsi la strada per il salvataggio di Gas con un nuovo piano dopo la bocciatura del precedente? «Per chiedere al giudice la possibilità di presentare un nuovo piano di concordato bisogna avere il benestare del maggiore creditore DeA che non ha votato il precedente. E quindi la valutazione di nuove offerte non dovrà andare bene a noi, ma a DeA. Solo in quel momento si potrà dire che l’azienda può essere salvata».
Giorni frenetici Sono sempre giorni frenetici («Siamo tutti frastornati») alla Gas di Chiuppano. Il 7 ottobre il piano di concordato non è stato omologato. Il 15 ottobre il sit-in dei dipendenti, con le istituzioni al loro fianco, chiedeva ragioni del silenzio di DeA che di fatto ha portato alla bocciatura del piano. Il giorno successivo la lettera di DeA ai dipendenti spiegava le sue ragioni ma esprimeva anche la volontà di ricercare soluzioni per il salvataggio dell’azienda, qualora la società fosse intenzionata a proseguirlo. Il 19 spunta il nome del possibile acquirente Maiocchi che era stato ad un passo dall’accordo di closing nel 2019, sfumato poi per il passo indietro della proprietà Grotto. Il suo nuovo interesse si concretizza, e siamo al 29 ottobre, con il deposito di una manifestazione di interesse. Vincolata però - come ha spiegato nell’intervista a Il Giornale di Vicenza - alla valutazione di numeri e dinamiche aziendali necessari, per lui rodato in questo tipo di operazioni come il salvataggio nel 2018 dell’azienda toscana Malo, per formulare una proposta. Mettendo le mani avanti sul fatto che ci dovrà essere «discontinuità totale» con la proprietà. Quanto ai maggiori creditori Amco e DeA, ago della bilancia, Maiocchi ha risposto di averli già sentiti in via preliminare prima di presentare il suo interesse per Gas, ricordando anche di aver avuto il loro appoggio all'operazione di due anni fa (aveva offerto 10 milioni) poi sfumata.
Nuovo iter Ora cosa succede? «Con i legali - risponde Eberle - stiamo lavorando per agevolare la due diligence». I tempi rimangono stretti. Il Tribunale i Vicenza non ha ancora fissato l’udienza fallimentare con tutta probabilità proprio per dare tempo di trovare una alternativa al fallimento. «Stiamo firmando tutti gli accordi di riservatezza - spiega Eberle -, poi l’accesso alle informazioni sarà immediato». Nella data room, la piattaforma con i dati riservati, sarà creata una sezione generale con i dati economici, finanziari, reddituali e patrimoniali e poi sezioni accessibili a seconda delle richieste. Sulla base della valutazione Maiocchi e eventuali altri potranno formulare la loro proposta. La palla passerà poi ad Eberle per capire se ci sono elementi che consentano di costruire un nuovo piano di concordato che, a differenza del precedente, avrà non più una continuità diretta in capo ai Grotto, ma una indiretta, in capo ad un soggetto nuovo. Ma Eberle gira la palla a DeA: un nuovo piano dovrà passare per il benestare del maggior creditore.
Azienda “tiepida” Come sta Gas oggi? «Possiamo partire - risponde Eberle - dicendo che questi due anni sono stati anche troppo lunghi per un concordato: senza aiuti e oltretutto con l’emergenza covid l’azienda ha prodotto risultati e non è stato licenzia nessuno. Io non sono un manager: la gestione è stata conservativa e il mio lavoro è sempre stato orientato a salvare un’azienda che lo merita. Il fatto che il piano non sia stato omologato sta creando condizionamenti negativi alla gestione: abbiamo i nostri interlocutori che, con lo spettro del fallimento, ci chiedono garanzie sul fatto che la Gas rimarrà viva, ma non siamo in grado di fornirle. L’azienda è ancora tiepida ma il rapporto con fornitori e clienti si è complicato, così come l’avvio delle nuove iniziative commerciali». Poi è spuntato Maiocchi. «Dal mio punto di vista i numeri sono chiari e se, al mio arrivo, in cassa c’era 1 milione, ora sono 8. Ma l'azienda non vale per la cassa, vale perché in questi due anni ha tentato di fare il meglio possibile grazie a tutte le persone che ci hanno creduto fino in fondo. Tutti, oggettivamente, speravamo che il concordato fosse approvato. Se ora c’è un modo diverso per salvare la Gas, credo che i dipendenti continueranno a metterci tutte le loro energie».

 

 

Roberta Bassan

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