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VICENZA

«Niente mutua per il ramadan». Minacce a un medico

L’episodio è stato segnalato all’Ulss 8 dal dottore che non ha rilasciato il certificato a un giovane di 27 anni. «L’aveva già fatto»
Il medico ha segnalato il caso all’Ulss 8 Berica tramite una mail ufficiale ARCHIVIO
Il medico ha segnalato il caso all’Ulss 8 Berica tramite una mail ufficiale ARCHIVIO
Il medico ha segnalato il caso all’Ulss 8 Berica tramite una mail ufficiale ARCHIVIO
Il medico ha segnalato il caso all’Ulss 8 Berica tramite una mail ufficiale ARCHIVIO

Pretendeva che il proprio medico di base gli desse alcuni giorni di malattia per il ramadan. E, quando il dottore gli ha negato il certificato perché era sano come un pesce, il paziente ha cominciato a tempestarlo di sms e telefonate con toni aggressivi e intimidatori. L’ultima aggressione ai danni di un camice bianco è riportata nero su bianco in una mail inviata da un medico di famiglia all’Ulss 8 nella quale il professionista, oltre a mettere al corrente l’azienda del grave episodio, chiede di ricusare il paziente che in passato sarebbe già stato allontanato da altri suoi colleghi a causa di comportamenti simili.

La mail ufficiale

In base al contenuto della comunicazione ufficiale spedita dal medico all’azienda socio-sanitaria, l’episodio risalirebbe a ieri mattina. Il paziente di fede islamica, 27 anni, si sarebbe presentato in ambulatorio chiedendo che gli venisse rilasciato un certificato per poter rimanere a casa dal lavoro in mutua per alcuni giorni a causa del ramadan. 
Il dottore, però, gli ha negato i giorni di malattia, spiegando al giovane che seguire i dettami del mese sacro dell’Islam non è una patologia, ma una scelta volontaria dettata dal credo religioso. Accertato che il ragazzo stava bene, lo ha dunque congedato per proseguire con gli altri appuntamenti. 

Il giovane stizzito

Il giovane se ne sarebbe andato dall’ambulatorio stizzito e, poco dopo, sarebbe tornato alla carica contattando ripetutamente il medico al telefono per rinnovare la propria richiesta. Infine, avrebbe inviato un messaggio in cui si sarebbe spinto fino a minacciare ritorsioni nel caso in cui il medico curante non gli avesse assegnato i giorni di malattia di cui sosteneva di aver bisogno durante il mese sacro.

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Il tenore dell’ultimo sms avrebbe spinto il professionista a bloccare il numero di telefono del proprio assistito per non ricevere ulteriori messaggi e chiamate. Dopodiché, il medico di base ha subito scritto e inviato la mail all’azienda socio-sanitaria berica, aggiungendo di avere intenzione di sporgere una denuncia alla questura. Infine il dottore avrebbe segnalato all’Ulss 8 la circostanza che, visto il clima sempre più ostile, lui e molti altri suoi colleghi della medicina di base e del pronto soccorso sarebbero costretti a lavorare tenendo lo spray al peperoncino in un cassetto della scrivania per potersi difendersi in caso di aggressione.

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Un episodio sporadico

«Lo vedo come un fatto sporadico, come molti altri, e non di un fenomeno particolare», ha sottolineato il presidente dell’Ordine provinciale dei medici chirurghi e degli odontoiatri Michele Valente, sottolineando che l’episodio denunciato all’azienda Berica, a ieri pomeriggio, non era ancora arrivato all’attenzione dell’Ordine. Valente ha aggiunto: «Capita a tutti i medici di avere pazienti che si presentano in ambulatorio pretendendo un certificato per i motivi più diversi. A me un paziente l’ha chiesto perché gli si era rotto il motorino e non poteva andare a lavorare. Ovviamente il medico, in coscienza e deontologicamente, non può rilasciare un certificato se il paziente non è malato. E succede che chi se lo vede rifiutare se la prenda».

Il presidente dei camici bianchi vicentini conclude: «L’Ordine ha il potere di verificare le segnalazioni e se un medico si sente minacciato, viene tutelato». 

Valentino Gonzato

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