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Vicenza

Il “padrone” dei parcheggi tra minacce e vandalismi

Un cittadino indiano di 26 anni senza fissa dimora spaventa e aggredisce i dipendenti della ditta Gps e i clienti
L’ennesimo danno alle nuove casse del parcheggio di piazza Matteotti COLORFOTO/DALLA POZZA
L’ennesimo danno alle nuove casse del parcheggio di piazza Matteotti COLORFOTO/DALLA POZZA
L’ennesimo danno alle nuove casse del parcheggio di piazza Matteotti COLORFOTO/DALLA POZZA
L’ennesimo danno alle nuove casse del parcheggio di piazza Matteotti COLORFOTO/DALLA POZZA

È in sostanza il “padrone” dei parcheggi a pagamento del centro storico. Quello in piazza Matteotti, il Canove e pure quello in contra’ Barche qualche volta. E se scriviamo che un cittadino di origine indiana di 26 anni di cui nel tempo sono state diffuse solo le iniziali (S.B.) è in sostanza il “proprietario” delle casse automatiche che regolano il flusso delle auto che sostano in città è perché anche gli operatori di Gps, l’azienda che si occupa della manutenzione e della gestione dei parking a sbarra e dei parcometri, non ne possono più, dopo intimidazioni, vere e proprie aggressioni e denunce.

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Intimidazioni ed aggressioni

«Alla fine di luglio, siamo stati minacciati da questo soggetto che brandiva un paio di forbici e abbiamo presentato denuncia - racconta un referente, che vuole restare anonimo - Ma qualche mese fa a un nostro collega, che era stato minacciato, è capitato di doversi chiudere nel furgone di servizio mentre quell’uomo gli saliva sul cofano». C’è di più: «Nei giorni scorsi, ha nuovamente danneggiato la cassa nuova del parcheggio Matteotti - racconta il membro dell’azienda - Non lo fa per passare il tempo: la sua è una strategia ben precisa. Di solito, manomette la parte della cassa con cui è possibile effettuare i pagamenti elettronici, così i clienti sono costretti a pagare in contanti e lui ha anche trovato un modo per riuscire a rubare ciò che loro inseriscono. E poi cerca, spesso con successo, di manomettere anche la parte della cassa automatica che permette di connettersi alla “control room” da cui noi possiamo assistere chi è in cerca d’aiuto. Noi, per tentare di andare incontro alle esigenze di chi parcheggia, tappezziamo i parcometri di adesivi con il numero di telefono, ma lui li elimina sistematicamente. Noi cerchiamo di allontanarlo ma è lui che ci urla dietro di andarcene e vediamo che le cose non cambiano. Siamo stufi di lavorare in questo modo».

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L’ultimo capitolo

È quello dei danneggiamenti alle auto: «È capitato più di una volta che rigasse le auto in sosta e poi dicesse al proprietario di aver visto chi era stato a commettere l’atto e che glielo avrebbe riferito solo dietro un corrispettivo in denaro. Ovviamente, tutte le volte i numeri di targa riferiti sono stati completamente inventati».

Karl Zilliken

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