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Vicenza/Torri di Q.lo

Il voto per la bimba malata e quel pellegrinaggio da 25 anni

Antonio Padovan decise di farlo, da solo, quando seppe che la figlia di amici stava male. Ora sono in tanti a camminare con lui
Il pellegrinaggio: ogni anno, da Monte Berico a Sant’Antonio a Padova
Il pellegrinaggio: ogni anno, da Monte Berico a Sant’Antonio a Padova
Il pellegrinaggio: ogni anno, da Monte Berico a Sant’Antonio a Padova
Il pellegrinaggio: ogni anno, da Monte Berico a Sant’Antonio a Padova

Venticinque anni fa, una bimba guarì dalla leucemia. Venticinque anni dopo, quel miracolo continua ad essere vivo in un pellegrinaggio, annuale, da Monte Berico a Sant’Antonio a Padova. Una vera e propria missione quella lanciata nel 1999 da Antonio Padovan, amico dei genitori della piccola vicentina che, all’epoca, si ammalò di cancro. Oggi quella bambina è una giovane donna di 28 anni che a breve si sposerà ma per Padovan, che quasi tre decenni fa si impegnò «per la vita», quel voto è una promessa di speranza che continua ad essere alimentata. L’appuntamento per il 2024 è sabato 16 marzo.

Il punto di partenza

Punto di partenza, come sempre da tre lustri, piazzale della Vittoria, dinnanzi al santuario della Madonna di Monte Berico. «Ogni anno c’è un motivo per compiere il pellegrinaggio e per chiedere un aiuto a Sant’Antonio, a cui sono particolarmente devoto, portando il suo nome», racconta Padovan, 55 anni. Sposato e padre di tre figli, vive a Marola di Torri di Quartesolo ed è appassionato di montagna: «Faccio parte del Cai di Camisano, ma questi pellegrinaggi sono altra cosa», assicura.

Tutto comincia nel 1998

«Ero sposato da poco e, con mia moglie, stavamo aspettando una coppia di amici per cena; improvvisamente ci dissero che la figlia, Alessia, stava male e dovevano portarla in ospedale». Dal San Bortolo di Vicenza, la bimba venne trasportata a Padova e la diagnosi fu terribile: leucemia. «Aveva solo 4 anni - ricorda Padovan - in quel momento mi dissi che, se fosse guarita, sarei andato a piedi da Vicenza a Padova». Dall’anno successivo, man mano che il lungo percorso di cura procedeva, quella promessa iniziò ad essere onorata. E ancora oggi è un impegno che ha assunto il sapore della tradizione.

Il motore è la fede

La fede è il motore che spinge lui e, da qualche anno, un numero crescente di amici, conoscenti, sostenitori. «Per tanti anni ho sempre fatto il cammino da solo, poi negli ultimi tempi la voce si è sparsa e sempre più persone hanno deciso di accompagnarmi», spiega Padovan. Chi per chiedere una guarigione, chi per aiutare un figlio, chi - semplicemente - perché molto religioso. Lo scorso anno, per esempio, alla comitiva si è unita anche una ragazza di Catanzaro, salita appositamente. A lei si sono aggiunte decine di persone, fino a formare un gruppone di 120 pellegrini pronti a partire sabato alle 5.30. Da Monte Berico a Padova, 40 chilometri in tutto e arrivo previsto verso le 15.30, seguendo un itinerario ormai rodato: «Passiamo per la Riviera Berica, fino a Longare, da lì saliamo sull’argine del Bacchiglione fino a Tencarola, per poi ridiscendere».

Tappa per la benedizione nella Basilica dei frati di Sant’Antonio e, come di consueto, rientro in treno. Un copione immutato da 25 anni, per tenere viva la fiamma della speranza.

Giulia Armeni

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