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sanità

La scuola per chirurghi di Frigiola. A lezione su un cuore stampato in 3D

Il cardiochirurgo berico ha aperto un corso di formazione dedicato soprattutto agli specialisti dei Paesi in via di sviluppo
Il cardiochirurgo Alessandro Frigiola ha aperto una scuola di formazione al Policlinico San Donato di Milano ARCHIVIO
Il cardiochirurgo Alessandro Frigiola ha aperto una scuola di formazione al Policlinico San Donato di Milano ARCHIVIO
Il cardiochirurgo Alessandro Frigiola ha aperto una scuola di formazione al Policlinico San Donato di Milano ARCHIVIO
Il cardiochirurgo Alessandro Frigiola ha aperto una scuola di formazione al Policlinico San Donato di Milano ARCHIVIO

Alessandro Frigiola e Vicenza in prima linea nella lotta contro le malattie cardiovascolari. Due le novità. La prima. Il noto cardiochirurgo berico Alessandro Frigiola, fondatore dell’Associazione bambini cardiopatici nel mondo con la quale in 30 anni ha organizzato oltre 500 missioni in 27 Paesi salvando migliaia di piccole vite, ha aperto una scuola per chirurghi al Policlinico San Donato di Milano. La seconda. Il 16 marzo, in una serata ad invito al Golf Club di Creazzo, che sarà condotta da Simona Ventura e Giovanni Terzi, presenterà ufficialmente una nuova Fondazione per la ricerca sul cuore che porterà il suo stesso nome.

I nuovi corsi

In primis, dunque, i corsi di formazione e simulazione in cardiochirurgia pediatrica. Siamo al terzo ed è pronto il quarto. Già 30 gli allievi dal Medio Oriente, dall’Africa, dall’Europa dell’Est che in una sala attrezzata di San Donato, sotto la supervisione del “maestro” Frigiola, hanno potuto seguire per 5 giorni lezioni teoriche e sperimentare dal vivo operazioni e tecniche grazie all’utilizzo di cuori stampati con la tecnologia 3D e di baby manichini di ecocardiografia.

Un massimo di 8 allievi al mese

In un anno un’ottantina, che poi torneranno periodicamente a San Donato e che, una volta rientrati nei loro Paesi, saranno in grado di eseguire gli interventi di base e, in seguito, anche per le patologie più complesse. «In 3 anni – dice Frigiola, tuttora direttore dell’area chirurgica cuore-bambino del policlinico – potrei formare 240 cardiochirurghi». È la scuola, denominata “Aesculapius project”, che lo specialista pluripremiato in ambito nazionale e internazionale per la sua attività umanitaria ha sempre sognato. Frigiola l’aveva annunciata nella cerimonia a lui dedicata al teatro Olimpico a settembre del 2022, e ora è diventata realtà.

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È la prima in assoluto al mondo, ed è finalizzata appunto a formare nuovi chirurghi soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, dove nei prossimi anni l’associazione di Frigiola creerà altri training center, perché siano in grado di operare al cuore dei bambini anche dinanzi alle patologie più insidiose. Per poterla lanciare mancavano gli strumenti di lavoro indispensabili per far apprendere le tecniche operatorie, in particolare modelli che riproducessero con precisione assoluta il cuore umano in 3D e le anomalie possibili, e sui quali gli allievi potessero provare a intervenire con pinze e bisturi.

L’ostacolo è stato superato grazie ad un’azienda vicentina che ha messo a punto un prototipo sul quale si può riprodurre un intervento come fosse perfettamente reale. E, poi, altri imprenditori della città e della provincia hanno contribuito a sostenere il progetto. 

Così la medicina potrà avanzare

«Il nostro intento - spiega Frigiola - è di eliminare una grave lacuna che potrebbe pesare molto sul futuro della medicina. Oggi i giovani hanno poche possibilità di imparare. All’università non insegnano ad operare. Non esiste un esame di tecnica chirurgica. I chirurghi senior, anche per timore dei contenziosi in aumento, operano sempre in prima persona e lasciano ai collaboratori spazi marginali. La conseguenza è che si può arrivare a 50 anni nel momento magari di subentrare ai più anziani senza o quasi esperienza pratica. La formazione dei giovani medici rappresenta quindi una priorità per i paesi emergenti e non solo nella cardiochirurgia e nella cardiologia interventistica».

Da qui, anche un ulteriore traguardo. Frigiola ha parlato con il rettore dell’università San Raffaele e il sottosegretario alla salute per far inserire nel piano di studio della facoltà di medicina anche una prova di tecnica chirurgica. «Se non si cambia – dice - il divario fra medici senior e giovani laureati crescerà con conseguenze negative sui pazienti». Oltre a questo impegno, un altro traguardo. La Fondazione “Alessandro Frigiola”, già operativa da gennaio, parte con l’intento di favorire studi e innovazione nel campo delle malattie cardiovascolari.

Franco Pepe

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