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Vicenza

Vandali fanno strage nelle arnie all'ex Baronio. Morte 500 mila api

Hanno distrutto metà delle ventuno “casette”. Il presidente dell’Associazione apicoltori del Veneto: «Non si rendono conto di avere fatto un danno alla natura»
Raid vandalico: i balordi hanno devastato l’apiario del presidente dell’Associazione regionale apicoltori del Veneto nel parco dell’ex istituto Baronio
Raid vandalico: i balordi hanno devastato l’apiario del presidente dell’Associazione regionale apicoltori del Veneto nel parco dell’ex istituto Baronio
Raid vandalico: i balordi hanno devastato l’apiario del presidente dell’Associazione regionale apicoltori del Veneto nel parco dell’ex istituto Baronio
Raid vandalico: i balordi hanno devastato l’apiario del presidente dell’Associazione regionale apicoltori del Veneto nel parco dell’ex istituto Baronio

«Quello che hanno fatto fa venire male al cuore. Non si rendono conto di aver fatto un danno enorme alla natura, all’ecosistema». Gerardo Meridio, presidente dell’Associazione regionale apicoltori del Veneto, non trova pace. Alcuni vandali hanno distrutto almeno la metà delle ventuno arnie che aveva messo nel parco dell’ex istituto Baronio, in viale Trento. Il bilancio? «In questo periodo dell’anno ci sono dalle 30 alle 60 mila api in ogni alveare: la metà è morta». Facendo due calcoli, sono dunque stati uccisi circa 500 mila esemplari. Il conto, però, potrebbe salire ancora perché molti degli insetti recuperati in precarie condizioni da Meridio potrebbero non farcela.

Il raid

«L’ho scoperto questa mattina (ieri per chi legge, ndr). L’ultima volta ero stato al mio apiario la settimana scorsa. Secondo me, gli atti di vandalismo sono stati fatti un paio di giorni fa prima che cominciasse a piovere - racconta il presidente dell’Associazione regionale apicoltori del Veneto -. Il cancello è chiuso, devono quindi aver scavalcato da qualche parte. Hanno distrutto le arnie utilizzando rami, perfino un estintore e gettandole per terra. Quelle che hanno scoperchiate erano piene d’acqua. Le api sono morte schiacciate o annegate».

I danni

Meridio ha cercato di salvare quante più api ha potuto, recuperandole dalle casette oppure da terra. La pioggia caduta abbondante in questi giorni ha però peggiorato le cose. «Ho svuotato le arnie piene d’acqua, cercando le regine. Ne ho trovate un paio, moribonde. Speriamo si riprendano - prosegue -. Questo è il periodo in cui le regine depongono la covata. Lo fanno da fine gennaio in poi, quando le temperature si alzano. Dopo ventuno giorni le api nascono e raccolgono il nettare. A maggio sarebbero state pronte per fare il miele, ma non lo faranno più. Anche per le api che sono sopravvissute è stato uno choc». 

Il disappunto

Meridio non si capacita. «Le api non davano fastidio a nessuno. Non sono in mezzo alle case, ma in un’area chiusa. Girano all’interno di un parco verde che mi ha messo a disposizione il proprietario dell’ex Baronio. I vandali sono venuti di proposito». Potrebbero essere gli stessi malintenzionati che stanno prendendo di mira anche le finestre dell’ex istituto, molte delle quali sono state prese a sassate e mandate in frantumi. 

 

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L’escalation

A preoccupare ulteriormente il presidente veneto degli apicoltori è la circostanza che il suo apiario non è il primo a venire preso di mira. A dicembre erano state date alle fiamme 40 arnie dell’azienda “L’Apicoltura” a Barbarano Mossano sui colli Berici. Il raid provocò la morte di un milione di api. «Più di recente a un apicoltore dell’Altopiano hanno rubato quindici casette - aggiunge Meridio -. Sono tutte cose che preoccupano. Questi vandali non comprendono l’entità del danno che provocano», conclude sconsolato il presidente degli apicoltori. 

Valentino Gonzato

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