<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Albettone

Campi seminati a fiori per le api: paga l’Europa

La Ue mette a disposizione incentivi per ettaro per la coltivazione di specie autoctone: favoriscono gli insetti e l’economia circolare

Lo spettacolo fiorito della villa La Rotonda di qualche settimana fa, incastonata nel giallo dei fiori di colza, stupì moltissimi. Una scena che potrebbe presto diffondersi, grazie alla normativa europea che incentiva la semina di fiori polliniferi e melliferi nelle campagne, per la tutela di api e biodiversità. Un vantaggio per gli insetti, le colture e la bellezza stessa del paesaggio. «La normativa agricola che doveva entrare in vigore quest’anno ha subito una deroga per il 2024 - afferma il consulente del Centro assistenza agricola di Grisignano, Nicola Donato -, e sarà la prima volta che nelle nostre campagne vedremo spuntare “tappeti fioriti”, affiancati a colture tradizionali, non tanto per fattori estetici, ma per necessità ecologiche». 

Incentivi europei a fondo perduto per chi semina fiori

L’Europa mette a disposizione incentivi a fondo perduto fino a 500 euro per ettaro, con l’obbligo di semina di fiori melliferi dal primo maggio al 15 ottobre per almeno 4 anni. Una proposta che sta incontrando il favore di tanti proprietari di terreni in diversi Paesi, non solo dell’area mediterranea.
Pioniere di questa svolta è Luca Zanotto, 41 anni, di Albettone, con la passione per le api, aiutato in questa avventura dal fratello. Non gli è parso vero che ci fosse la possibilità, sostenuta da fondi europei, di sostituire il mais con i fiori: «In realtà - racconta, dopo 20 anni di apicoltura -, la prima difficoltà è stata convincere mio padre, da sempre agricoltore convenzionale». 
Superata la diffidenza, oggi è fiero di mostrare il primo ettaro a fiore, che tra un mese si trasformerà in una tavolozza di colori, una sorta di “tavola imbandita” per tutte le api. 

«Abbiamo quasi toccato il fondo, impoverita la biodiversità»

Leggi anche
Apicoltura in ginocchio: «Servono subito aiuti»

«È quello che più m’interessa – replica -, anche perché abbiamo quasi toccato il fondo, con un sistema agricolo che ha impoverito l’intera biodiversità del nostro territorio. I fiori spontanei sono andati diradandosi a causa dei diserbi, al punto che nei mesi estivi le api rischiano di morire di fame o sete». Siccità da una parte e impoverimento ecologico dall’altra hanno smosso le coscienze, anche nel mondo della politica. 
«So di essere tra i primi ad adeguarsi alle direttive, ma ciò che conta è che si stia invertendo la rotta. La convinzione è giunta anche grazie ai tecnici dell’Avepa di Grisignano, che conoscendo la mia passione per le api hanno facilitato l’idea dei fiori nei campi», aggiunge.

Mix di semi selezionati per ingolosire le api

Leggi anche
Tutela api e biodiversità. Così il Vicentino festeggia la Giornata mondiale

«Il passaggio successivo è stata la selezione del mix di semi: calendula, achillea, camomilla, cardo, camelina, favino, fiordaliso, girasole, erba medica, colza o lupino, per citare solo alcuni della lunga lista di semi consigliati. E il ciclo completo prevede che per 4 anni il campo fiorito non venga toccato, trasformandolo in un prato stabile». 
Oggi Zanotto si sta godendo il germogliare delle piante, e attende la prossima fioritura che favorirà l’economia circolare aziendale. 
«Sarà un bel vedere per me e una sorpresa anche per quanti rivedranno il ritorno dei fiori nei campi, diventando un’occasione ghiotta soprattutto per le api», sorride l’agricoltore. 
Il quale ha anche una speranza per il futuro: «Credo che dopo il primo ettaro, già l’anno prossimo mio padre si convincerà a seminarne altri. Così vale anche per la sensibilità di tanti altri agricoltori, non solamente del Basso Vicentino, che compieranno un gesto utile in termini di risorse e produttività, ma daranno soprattutto un segnale positivo alle giovani generazioni e per la bellezza del mondo, di cui abbiamo bisogno». E non parliamo di poesia, ma di ecologia. 

Antonio Gregolin

Suggerimenti