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Dopo le proteste degli studenti

Scontro sul vestiario a scuola. Prove di dialogo e la preside del Fogazzaro si scusa

di Karl Zilliken
Numerosi istituti superiori stanno regolamentando il dress code in classe
Numerosi istituti superiori stanno regolamentando il dress code in classe
Numerosi istituti superiori stanno regolamentando il dress code in classe
Numerosi istituti superiori stanno regolamentando il dress code in classe

Una mano tesa verso i “suoi” studenti. Quella che sembrava l’ipotesi meno probabile, nel pomeriggio di ieri, è divenuta realtà: la dirigente scolastica del liceo Fogazzaro, Maria Rosa Puleo, ha preso carta e penna per scrivere una lettera di scuse e di intenti per tentare di ricucire nel miglior modo (e nel minor tempo) possibile il rapporto che la lega ai quasi 1.800 ragazze e ragazzi della sua scuola.  «La passione e la spontaneità mi hanno guidata ancora una volta nel mio intervento nelle classi - un passaggio della lettera riportata integralmente qui accanto -. Solo dopo ho scoperto che qualcuno si era sentito offeso da alcune mie espressioni. Sono profondamente dispiaciuta e addolorata se ho involontariamente causato disagio e sofferenza: mi scuso sinceramente di quanto possa essere stato inteso come offensivo e confido che queste scuse possano essere accolte». Una lettera che prepara nel migliore dei modi il terreno per l’incontro online che oggi pomeriggio, con genitori e studenti del consiglio d’istituto (e con ottime probabilità anche la preside) dovrebbe gettare le basi di un chiarimento definitivo, ma anche di un nuovo capitolo del regolamento del Fogazzaro: quello relativo all’abbigliamento. 

Nicolas Pasantes, rappresentante d’istituto, spiega: «Il passo avanti con la dirigente lo abbiamo fatto mettendoci fuori da scuola venerdì per cercare di parlare con toni costruttivi. L’incontro sarà in realtà uno scambio abbastanza aperto per capire come porsi tra studenti e genitori. C’è sempre stata la volontà di agire insieme. Così non è stato per lo sciopero anche se alcuni genitori hanno voluto partecipare attivamente. Ribadiremo che siamo d’accordo con il fatto che a scuola si debba venire vestiti in modo decoroso. Siamo rimasti piacevolmente sorpresi dalle dichiarazioni degli uffici scolastici regionale e territoriale e faremo richiesta di poter parlare con loro per fare luce in maniera chiara su questi discorsi fortemente offensivi e inappropriati dal punto di vista educativo».

 

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Sul regolamento ad hoc Pasantes è titubante: «È grave dover fare un regolamento di questo tipo in queste condizioni perché chi deve far rispettare le regole non è in grado di usare i toni corretti. In questo frangente sono d’accordo con la preside Puleo. Mettere d’accordo 1.750 studenti è complesso, ma cercheremo di fare riferimento a chi si è esposto e ha parlato del tema. Anche quelle che hanno detto che il loro modo di vestire non influenza la condotta e il comportamento, ma tutte convenivano che a scuola e nei luoghi di lavoro ci sono delle convenzioni. Sarei in ogni caso in imbarazzo a mettere misure precise per quanto coprire una gamba. Spero che riusciremo a trovare un modo abbastanza di buon senso. Ho molta speranza in un chiarimento, ma ragionando in termini logici e per la mia esperienza credo che questo non avverrà a meno che non ci saranno indagini più approfondite sulla questione. Le istituzioni devono fare il loro dovere».

Anna Tomasi della Rete studenti medi di Vicenza chiosa: «Il regolamento può prevenire alcuni episodi di questo tipo».  Il comitato genitori precisa: «Siamo propensi a favorire iniziative di dialogo per elaborare in maniera costruttiva il confronto e portarlo su un piano di riflessione sociale e relazionale in sintonia con i principi che un liceo di carattere umanistico si propone di diffondere e nel rispetto istituzionale delle regole della collettività».

 

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