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Veneto da record

Pronto soccorso presi d'assalto dai "codici bianchi". Tutti i numeri degli ospedali del Vicentino

In Veneto è stato registrato il numero più alto d’Italia. Nelle Ulss 7 e 8 sono stati quasi 135 mila, più della metà degli accessi. E questo fa ovviamente lievitare l’attesa.

La carica dei codici bianchi. I numeri parlano da soli: semplici cifre che raccontano di come i pronto soccorso veneti siano letteralmente intasati da pazienti che non solo non sono gravi ma che presentano problematiche che dovrebbero essere affrontate rivolgendosi in prima istanza al proprio medico di famiglia e quindi, se necessario, a strutture ambulatoriali non dedicate all’urgenza. E proprio a questo proposito la prima considerazione che viene spontanea riguarda la carenza dei medici base. Un problema che si trascina da tempo e che sembra essere ben lontano da una soluzione anche se, negli ultimi mesi, parrebbe esserci stato un timido miglioramento: se questa estate erano state individuate circa 130 zone carenti nell’Ulss 8 Berica ora queste sarebbero scese a un centinaio. 

I numeri degli ospedali del Vicentino (clicca qui)

I codici 

I dati sono contenuti nell’ultima indagine Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali. Dalla ricerca emerge che il Veneto ha il poco invidiabile primato di record di accessi dei codici bianchi, che sono stati 761.403 nel corso del 2023. Nel dettaglio, per quel che riguarda l’Ulss 7 Pedemontana i codici bianchi sono stati 75.959 mentre nell’Ulss 8 Berica 58.436. Il dato complessivo è dunque di 134.395.

Molto più contenuti, ovvero meno della metà, i codici verdi: rispettivamente 11.061 e 47.300 (in totale 58.361). Leggermente superiori i codici gialli: il numero complessivo del Vicentino è di 59.992, di cui 25.505 nella Pedemontana e 34.487 nella Berica. Infine i codici rossi, ovvero le situazioni più gravi.

Gli accessi sono stati complessivamente 3.604 (1.516 nell’Ulss 7 e 2.088 nella 8). Nel 2023 dunque, sommando le varie voci, gli accessi nei pronto soccorso sono stati 256.352 e più della metà per codici bianchi. Al San Bortolo i pazienti complessivi sono stati 84.060 e a ben 40.190 sono stati dimessi in codice bianco, che prevede il pagamento del ticket. I verdi sono stati 16.576, i gialli 25.872 e infine 1.422 i rossi.

L’attesa

Sale d’attesa affollatissime e, inevitabilmente, attese lunghe e snervanti, fissando il monitor nella speranza che arrivi il proprio turno. Proprio il numero elevato di codici bianchi fa aumentare l’attesa. Considerando il tempo intercorso tra l’arrivo e la dimissione dal pronto soccorso il tempo medio, negli ospedali veneti, è di tre ore e tre minuti contro le 2 ore e 44 di media nazionale.

Se nell’Ulss 7 il tempo medio è di due ore e 50 i tempi si dilatano decisamente nell’Ulss 8 Berica (tre ore e 23 minuti) e soprattutto al San Bortolo, dove il tempo per un codice bianco si aggira su 3 ore e 46. Attese più brevi ma tempi in ospedale ovviamente più lunghi per i codici più gravi, che necessitano di cure, esami e accertamenti. Ecco dunque che, sempre al San Bortolo, si arriva a 4 ore e 40 per un codice verde, a 7 ore e 28 minuti per un giallo e a nove ore e mezzo per un rosso. 

Abbandoni e ricoveri

Non manca poi una percentuale di abbandoni. Persone che lasciano il pronto soccorso prima della visita medica, durante gli accertamenti o prima della chiusura della cartella clinica. Nel 2023 nell’Ulss 7 su 114.041 accessi le persone che se ne sono andate sono state 1.402 (1,23%), mentre nell’Ulss 8 Berica 5.306 (una percentuale più alta del 3,73%). Per quanto riguarda invece gli accessi trasformati in ricoveri sono stati complessivamente 3.370 nella Pedemontana mentre 1.366 nella Berica. 

Claudia Milani Vicenzi

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