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Vicenza

Processo Pfas, le parti civili: «Le multinazionali paghino»

«Le multinazionali non vengano meno alle loro responsabilità: se l’inquinamento c’è stato è giusto che a pagare non siano i cittadini». È quanto detto dalle parti civili, oggi nell’aula della corte d’Assise di Vicenza, dove si sta celebrando il processo per l’inquinamento da Pfas per cui sono imputati 15 manager della ex Miteni.
Le società idriche Acque del Chiampo, Acquevenete, Acque Veronesi e Viacqua, le mamme no Pfas, la Regione Veneto, le Ulss di Padova, Verona e Vicenza, Fondazione Foresta, Arpav e altri vari enti costituiti, hanno sottolineato come tutti abbiano avuto un danno dall’inquinamento provocato dalla Miten. Per le parti civili, quindi, i 15 i manager delle società Miteni spa (fallita), Mitsubishi Corporation e Icig, sono considerati responsabili dell’inquinamento  ambientale provocato dal presunto sversamento incontrollato di sostanze perfluoroalchiliche, nelle province di Padova, Vicenza e Verona dal 2000 in poi. Gli imputati sono accusati a vario titolo di avvelenamento acque, disastro ambientale innominato, gestione di rifiuti non autorizzata, inquinamento ambientale e reati fallimentari. In sede di indagini la procura aveva individuato come responsabili civili, ossia enti che dovranno rispondere in solido per i reati dei logo manager, la fallita Miteni, la Mitsubishi corporation e la lussemburghese Icig. Proprio queste ultime nella scorsa udienza avevano chiesto la loro estromissione dal processo perché non avevano partecipato con i consulenti all’incidente probatorio, per questo, secondo le difese, le prove non sarebbero valide.

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