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Vicenza

Preso per il collo dal 113: condanna per resistenza

Arresto in centro

L’arresto era legittimo, e il giovane aveva reagito al poliziotto violando la legge. Lo ha stabilito nel pomeriggio di ieri il giudice Lunardon, che ha inflitto 4 mesi di reclusione a Denis Yasel Guerra Romero, 22 anni, operaio di origini cubane, residente a Sarcedo. L’imputato, difeso dall’avv. Chiara Bellini, ha goduto della sospensione della pena ed è stato assolto dall’accusa di lesioni aggravate al poliziotto. La procura, con il pubblico ministero onorario Ghirotto, aveva chiesto 9 mesi, non sospesi. «Una sentenza difficile da comprendere, attendiamo le motivazioni e quindi ricorreremo in Appello», commenta la difesa per la quale Guerra Romero andava assolto. «Sono mortificato, io non ho fatto niente, sono stato arrestato ingiustamente, non capisco ora la condanna», ha sottolineato l’operaio alla lettura della sentenza. 
Il caso è noto e nell’agosto dello scorso anno aveva fatto il giro d’Italia, grazie ad un video girato in strada da alcuni amici dell’arrestato. Quel giorno, vicino a piazza Castello, secondo la ricostruzione della procura, Guerra Romero aveva deriso i poliziotti intervenuti per sedare un litigio e si era poi rifiutato di fornire le proprie generalità alla stessa pattuglia. I momenti di tensione erano stati ripresi in un filmato col telefonino. 
Nel video si vedeva l’assistente capo coordinatore del 113 Giovanni La Padula discutere con Guerra Romero. Il poliziotto tentava di accompagnarlo verso la pattuglia, ma lui era indietreggiato e gli aveva detto che non può toccarlo. Dopodiché il capo pattuglia lo aveva immobilizzato con una presa in stile wrestling, per il collo, ed era scoppiato il caos. 
L’operaio venne arrestato (e scarcerato l’indomani in attesa del processo), un suo amico minorenne (che aveva filmato la scena: un girato di 58 secondi che era diventato virale in rete) denunciato. L’imputato ha sempre precisato dentro e fuori l’aula di non aver deriso gli agenti, ma un conoscente per come era vestito. Il video era diventato virale e il capo della polizia Franco Gabrielli in un intervento pubblico aveva stigmatizzato il comportamento dell’agente annunciando l’apertura di un procedimento disciplinare; La Padula non si era costituito parte civile in aula. Della vicenda si era discusso anche in Parlamento - Fratelli d’Italia era intervenuta a difesa dell’agente chiedendo lumi al ministro dell’interno Luciana Lamorgese - e durante le prime udienze alcuni amici di Guerra Romero si erano presentati con dei cartelli fuori dal tribunale per chiedere verità e giustizia.
La procura, sulla scorta della relazione della questura e delle testimonianze rese in aula dagli agenti, ha ritenuto che il giovane avesse violato la legge. La difesa, invece, sulla scorta del filmato ma anche delle testimonianze di altri presenti, ha rimarcato che Guerra Romero si era trovato preso per il collo da un agente senza saperne il motivo. «Non ha commesso alcun reato e pertanto va assolto», era la richiesta, mentre per il pm «merita 9 mesi per entrambi i reati».
Il tribunale ha ritenuto il giovane colpevole solamente della resistenza, non già delle ferite riportate dall’assistente capo. Se ne discuterà probabilmente ancora in secondo grado. 

 

Diego Neri

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