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L'intervista di fine anno

Possamai, obiettivo sicurezza nel 2024. Polizia locale in via Torino: «Decisione entro giugno»

di Alessia Zorzan
Avviate varie interlocuzioni per spostare il Comando nella zona del quadrilatero. il primo cittadino: «È un obiettivo di mandato, abbiamo avviato varie interlocuzioni»

L’intervista di fine anno con il sindaco è nel suo ufficio di palazzo Trissino. Clima da austerity: luci spente e freddo. «Ho chiesto di non accendere il riscaldamento in questa stanza», chiarisce Giacomo Possamai

Partiamo dal generale. È soddisfatto di questi primi sette mesi?
La domanda andrebbe posta più alla città che a me. Dal punto di vista personale, penso non ci sia onore più grande che fare il sindaco della propria città. 

La gratificazione più grande?
Due. Il taglio del 20% delle rette dei nidi già un mese e mezzo dopo le elezioni. È un messaggio forte, oltre che un impegno di mandato. E poi la Tav, un tema ai margini nei 5 anni precedenti. Il fatto di rimettere in discussione alcuni aspetti importanti di un progetto definitivo ha un significato. Nei primi mesi del 2024 capiremo come andrà.

Una cosa che avrebbe voluto fare e invece è rimasta indietro? 
Una sfida è essere efficienti e rapidi nelle risposte ai cittadini. Sono stati fatti passi avanti, ma vorrei diventasse una modalità operativa strutturata, con le aziende in house, per dare risposte quasi immediate a chi segnala, ad esempio, rifiuti, alberi da potare, buche. 

Qual è il tema che la preoccupa di più? 
L’emergenza casa. Trecento richieste in più di alloggi di Erp sono indicativi della sofferenza che c’è. Motivo per cui è importante aver trovato a bilancio oltre 2 milioni di euro per riqualificare tanti appartamenti chiusi. 

Obiettivi per il 2024?
Parto da una visione generale, con una città che sia dinamica, ambiziosa e attrattiva. 

Qualcosa più nel concreto?
La riqualificazione degli angoli abbandonati. Simbolicamente l’ex Macello, sul quale nel 2024 mi piacerebbe arrivare a presentare un progetto e fare un passaggio in consiglio comunale che avvii l’iter. Intervento che si collega al ridisegno di piazza Matteotti, liberata dalle auto e pensata come vera piazza. E poi l’attuazione dei consigli di quartiere. Abbiamo già puntato molto sul dialogo e il coinvolgimento della città, ad esempio con la giunta nei quartieri.

Un voto ai suoi assessori. 
Come a scuola, casomai i voti si danno alla fine dell’anno scolastico. E il primo a essere sottoposto al voto sono io. Sono comunque molto contento perché avevo chiesto un impegno a tempo pieno a tutti, e vedo che c’è. E sono contento anche della squadra allargata di consiglieri e delegati.

Quindi non cambierebbe nulla?
No, anche perché è presto per qualsiasi valutazione. Se nei cinque anni del sindaco Rucco alcune cose non hanno funzionato è anche perché c’era un livello di litigiosità e tensione tra forze politiche e componenti della giunta e del consiglio che ha reso molto più difficile lavorare. Questa amministrazione non deve sopportare, perché non ne ha, pressioni e spinte da parte dei partiti. 

In consiglio comunale la maggioranza non ha avuto i numeri per votare l’immediata eseguibilità di una delibera. Ha convocato subito tutti i consiglieri. Li ha bacchettati?
Ho detto a tutti che il consiglio comunale è una cosa seria e che bisogna essere concentrati. Detto questo, devo ringraziarli ogni giorno perché fare il consigliere comunale è un’attività quasi di volontariato, a differenza degli assessori. 

Molti cittadini, anche sui social, dicono di non sentirsi sicuri. Si può fare di più?
La sicurezza è un lavoro di squadra e la collaborazione con forze di polizia e istituzioni è forte. Si può fare di più, nel senso che anche noi dobbiamo fare la nostra parte, che vuol dire potenziare l’illuminazione pubblica, rendere vivi alcuni angoli della città, potenziare la polizia locale come agenti e strumenti.

Da venerdì sono operativi sei nuovi agenti. Ne arriveranno altri?
Finalmente il numero è aumentato, sono 119 oggi, e credo riusciremo ad aggiungerne altri nei prossimi mesi. Stiamo cercando di acquistare anche un dispositivo che si chiama “top crash” che consente di fare i rilievi degli incidenti stradali dimezzando il tempo. 

Il turno notturno resta sospeso?
Ne riparleremo in primavera. 

Il Comando sarà trasferito?
L’obiettivo è spostarlo in via Torino, che era un obiettivo anche della precedente amministrazione. Stiamo esplorando varie soluzioni e ci sono varie interlocuzioni in corso. 

Tempi?
Contiamo di arrivare a una decisione nella prima metà del 2024.

La recinzione di Campo Marzo prosegue?
Sì, di fatto diventa il parco dell’Ippodromo. È una soluzione che è piaciuta alla Sovrintendenza. In questa città spesso si parla per anni delle cose, senza farle. Invece bisogna decidere. È l’approccio che ci guida, vogliamo sbloccare la città, le cose ferme, i cantieri.

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Ostacoli per la realizzazione?
Le risorse, che stiamo cercando. Vogliamo una recinzione di alto livello. Non si parla solo di sicurezza; è anche l’occasione per gestire in modo diverso l’area. Penso a eventi o alla possibilità di inserire un chiosco elegante.

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Grandi opere. Nuovo ponte di Debba e prolungamento di Aldo Moro. In entrambi i casi avete frenato per rivedere i progetti. È il solito gioco del fare e disfare?
No. Su Debba stiamo facendo quanto detto in campagna elettorale, ossia verificare se sia possibile evitare una nuova opera, che taglia la campagna, trasformando i vecchi ponti in doppio senso di marcia e con passaggio ciclopedonale. Se così non fosse, il nuovo ponte va avanti. Su Aldo Moro la giunta precedente aveva indicato la soluzione verso Anconetta. Abbiamo coinvolto la cittadinanza con un’assemblea pubblica, che non era stata fatta prima, e abbiamo chiesto alla Brescia-Padova di riconsiderare la progettazione a partire dalla trasformazione del viadotto in sottopasso.

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Non si rischia di perdere tempo? 
Non perderemo tempo, né il treno, ma sono interventi storici e vogliamo che le opere siano fatte nel miglior modo possibile.

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Ha annunciato una grande mostra in Basilica da marzo. Si rivedrà Goldin?
No. C’è un altro soggetto di valore nazionale che ha proposto una mostra su un tema molto particolare. Il lavoro sulla Basilica è importante, ora c’è l’evento con Caravaggio, Van Dyck e Sassolino, che ha visto 10 mila visitatori in pochi giorni. L’idea è rendere la Basilica viva, un’agorà. 

Cambiamo argomento. Va ancora allo stadio?
Sì, ogni volta che riesco.

E cosa dice di questo Vicenza?
Da appassionato di calcio dico che con la squadra che abbiamo, che dal punto di vista dei valori tecnici è forte, sembra veramente una maledizione. Ma manca ancora metà campionato e proprio perché è una squadra forte, se si ritrova se la può giocare, anche se i play off di serie C sono sempre un terno al lotto. 

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