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LA RIORGANIZZAZIONE

Addio alle parrocchie: contro il calo di preti così cambia la chiesa

di Karl Zilliken
Allo studio una soluzione con 50 unità pastorali da 20 mila residenti. Il vescovo: «Dobbiamo tenere conto del numero di sacerdoti e dei fedeli praticanti»
Più spazio alle donne nella chiesa del futuro per contrastare il calo delle vocazioni FOTO ARCHIVIO
Più spazio alle donne nella chiesa del futuro per contrastare il calo delle vocazioni FOTO ARCHIVIO
Più spazio alle donne nella chiesa del futuro per contrastare il calo delle vocazioni FOTO ARCHIVIO
Più spazio alle donne nella chiesa del futuro per contrastare il calo delle vocazioni FOTO ARCHIVIO

Quasi il 45 per cento dei sacerdoti vicentini ha già raggiunto e superato l’età della pensione. E se già il dato in sé non apre prospettive rosee, guardando i valori assoluti non c’è di che gioire, considerato che si parla di circa 165 preti su 383. Le nuove vocazioni, si sa, latitano (due negli ultimi due anni) e la diocesi studia come consolidare la presenza sul territorio. 

La riflessione

Il vescovo mons. Giuliano Brugnotto, insediato pochi mesi fa, sta studiando le mosse migliori per garantire una presenza attiva e concreta in tutta la provincia, anche approfittando del lavoro avviato ormai 25 anni e fa dai suoi predecessori. L’occasione per avviare il dialogo è stato il consiglio presbiterale che si è riunito nei giorni scorsi. La riorganizzazione si inserisce in un più ampio lavoro di razionalizzazione già concretizzato con il trasferimento di tutti gli uffici dal Vescovado al centro Onisto, con l’annunciata verifica sostanziale sulla suddivisione del lavoro per ambiti e con un’ampia consultazione per la nomina del vicario generale e di due vicari episcopali. La riorganizzazione, come detto, si inserisce in un lavoro già avviato e conferma la scelta delle Unità pastorali. Un’opzione, come specifica la diocesi «non motivata solo dalla carenza di clero, ma anche dalla convinzione che nessuna comunità parrocchiale possa oggi bastare a se stessa». Oltre a questo accorpamento sostanziale delle parrocchie, la diocesi sulle fraternità presbiterali diffuse sul territori, con tre o quattro sacerdoti che convivono nella medesima canonica, su gruppi ministeriali formati da laici preparati e corresponsabili ma anche su una diversa e più sostenibile gestione dei beni ecclesiastici.

 

I numeri

Lo studio e l’impegno della diocesi guidata da mons. Brugnotto si basa su un’analisi molto precisa dei numeri su cui può contare la “squadra” vicentina. Come detto, dei 383 sacerdoti attualmente in servizio, 166 hanno già superato i 75 anni (età indicata per la pensione). «Tenendo conto della media delle ordinazioni e dei decessi, si può prevedere che tra 15 anni i preti a servizio della diocesi saranno circa 180». Ed ecco quindi la necessità di ripensare alla presenza della Chiesa sul territorio vicentino che, come noto, presenta esigenze diverse perché connotato da caratteristiche morfologiche molti variegate. Proprio basandosi sui numeri e sulle previsioni, la diocesi ha formulato una prima ipotesi di riorganizzazione della presenza della chiesa sul territorio del Vicentino che prevede la costituzione di 50 unità pastorali. Nel dettaglio, ciascuna unità avrà circa 20 mila abitanti, tre sacerdoti che vivano insieme, alcuni diaconi permanenti, il servizio e la corresponsabilità dei laici, con una maggiore attenzione al ruolo delle donne, dei consacrati e delle consacrate. Un’ulteriore valutazione sarà fatta sulla possibilità di ridurre il numero delle parrocchie. Oggi sono in tutto 355, di cui alcune molto piccole: nessuna comunità, nelle intenzioni di chi sta studiando le prospettive, sarà soppressa ma sarà prevista una riforma della configurazione giuridica. Prendendo per buona questa prima ipotesi, i 50 preti che compongono il Consiglio presbiterale e il Consiglio dei vicari hanno potuto avuto un confronto divisi in piccoli gruppi e in assemblea. Hanno manifestato una sostanziale condivisione delle prospettive delineate e hanno anche apprezzato i criteri delle suddivisioni che dovrebbero essere messe in atto. Ora la riflessione proseguirà con il Consiglio pastorale e con il coinvolgimento del territorio. 

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Il commento

«Dobbiamo proseguire il cammino che la diocesi ha iniziato con lungimiranza ancora 25 anni fa – ha detto mons. Brugnotto –. Per dare una configurazione stabile alle Unità pastorali e ai vicariati sul territorio, tenendo conto del numero dei preti su cui la nostra Chiesa potrà contare a breve e medio termine, ma anche dell’andamento demografico e del numero di fedeli praticanti. Tutto questo non per esigenze organizzative meramente funzionali, ma per rendere le nostre strutture più missionarie e fraterne, luoghi di comunione e di relazioni autentiche e dunque di una più efficacie evangelizzazione del mondo attuale». 

 

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