<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
la riforma

Nuovo Codice della Strada, anche Vicenza chiede il dietrofront: «Testo poco efficace che limita l'autonomia dei Comuni»

Appello degli assessori alla Mobilità di Verona, Bergamo, Brescia, Vicenza e Padova a parlamento e governo: «Il testo in esame non è efficace sul fronte della sicurezza stradale e limita l'autonomia dei Comuni»

Gli assessori alla Mobilità e all'Ambiente di Vicenza, Verona, Padova, Bergamo e Brescia chiedono un dietrofront sul nuovo Codice della strada. L'appello è rivolto al Parlamento e al Governo.

«In questi giorni è in discussione in Parlamento la riforma del Codice della Strada voluta dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini. Come assessori e assessore chiediamo al Governo di ripensarci. La sicurezza stradale di pedoni e ciclisti non ha colore politico. Il testo va rivisto prima che sia troppo tardi».

In questi anni tante città in Italia, seguendo i modelli europei più virtuosi, hanno introdotto nelle aree urbane, su richiesta dei propri concittadini, elementi di moderazione del traffico, interventi per una sana convivenza tra bici e auto e approntato soluzioni per il gravoso problema della sicurezza stradale. «Il disegno di legge in esame, purtroppo, va esattamente nel senso opposto, indebolendo la convivenza tra i diversi utenti della strada e non intervenendo sulla prevenzione delle principali cause di incidenti, su tutte la velocità eccessiva delle auto», si legge in una nota firmata da Stefano Zenoni  (Bergamo)  Federico Manzoni e Camilla Bianchi (Brescia), Tommaso Ferrari (Verona), Sara Baldinato e Cristiano Spiller (Vicenza),  Andrea Ragona (Padova).

«Limitata» l'autonomia delle Amministrazioni

Ma, soprattutto, secondo gli assessori, il nuovo testo «limita pesantemente l’autonomia di azione delle Amministrazioni comunali, prevedendo l’intervento del Ministero per ogni decisione che riguarda la progettazione e realizzazione di piste ciclabili, di zone a traffico limitato e di aree a basse emissioni, aree pedonali e aree di sosta nelle città, comportando di fatto lo stop all’introduzione, da parte degli enti locali, di strumenti utili a potenziare la sicurezza stradale».

«In tutta Italia si è attivata una forte mobilitazione contro questa riforma da parte di tante associazioni da tempo impegnate a favore di sicurezza stradale e mobilità sostenibile», ricordano gli assessori che esprimono «forte preoccupazione per questa riforma del Codice della strada che riduce il ruolo dei Comuni nel realizzare nuove strutture per la mobilità dolce, guarda in maniera semplicistica al tema della sicurezza stradale e compie numerosi passi indietro rispetto agli obiettivi di sostenibilità ambientale da raggiungere anche attraverso la mobilità ciclabile e la moderazione del traffico» e auspicano «una presa di coscienza da parte del Parlamento e del Governo e un conseguente dietrofront sul disegno di legge».

Suggerimenti