«L'appuntamento era alle 6 del 3 luglio al passo Fedaia. La giornata era splendida, faceva caldo ma tutto era perfetto, anche la traccia sul ghiacciaio. Nessuno di noi avrebbe mai pensato potesse succedere una cosa simile». Inizia con la testimonianza di uno dei sopravvissuti l'anteprima del documentario “Marmolada 03.07.22” presentata venerdì sera nello Spazio Regione dell'hotel Excelsior al Lido dai registi bassanesi Giorgia Lorenzato e Manuel Zarpellon, già autori dello straordinario ritratto dell'alpinista Gino Soldà.
L’opera dei registi bassanesi
L'opera, che uscirà a gennaio, è una toccante dedica alle 11 vittime e agli uomini e alle donne che in quei giorni si prodigarono per aiutare e recuperare sopravvissuti e non. Una tragedia che ha scosso profondamente il Veneto, e in particolare il vicentino, con otto persone strappate alla vita: Nicolò Zavatta, Filippo Bari, Tommaso Carollo, Davide Miotti, Erica Campagnaro, Emanuela Piran, Gianmarco Gallina e Paolo Dani.
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Il docufilm in ricordo di Paolo Dani
Ed è proprio quest'ultimo della stazione del soccorso alpino di Recoaro-Valdagno, ad aver spinto i registi Lorenzato e Zarpellon a realizzare questo nuovo documento che fonde interviste, materiale di repertorio inedito e riprese recenti. «Questo progetto è nato perché durante il nostro precedente lavoro Gino Soldà-Una vita straordinaria siamo stati seguiti proprio da Paolo Dani, che ci ha portati in parete in sicurezza consentendoci di effettuare le riprese per il film - ha raccontato Zarpellon -. Ci ha trasmesso il suo profondo amore per la montagna e la sua completa dedizione per il soccorso alpino. Abbiamo pensato che il modo migliore per onorarne la memoria fosse raccontare il mondo del soccorso che lui amava».
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Il racconto
«Il documentario vuole proprio raccontare le persone che, quando succedono eventi di questo tipo, lavorano nell'ombra con grande umanità - ha sottolineato Lorenzato -. Vogliamo accendere un riflettore sul loro impegno e farlo conoscere sopratutto a quelle persone che, quando compongono un numero di emergenza, non sanno cosa si scatena dietro». . Attraverso le loro testimonianze lo spettatore viene condotto di ora in ora attraverso lo svolgimento degli eventi e la messa in moto della grande “macchina dei soccorsi” evidenziandone il forte impatto umano che ha avuto su chi era lì, magari con la consapevolezza di cercare tra i dispersi un amico o un collega. Un racconto che porta a più ampie riflessioni su come il cambiamento climatico stia velocemente trasformando il territorio.