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Verso il voto

«Letti, rette e centri diurni»: la lente di Possamai su Ipab e anziani

Il candidato del centrosinistra illustra criticità e proposte per l'ente di assistenza
Possamai parla di Ipab
Possamai parla di Ipab
Possamai parla di Ipab
Possamai parla di Ipab

Lo stato di salute di Ipab «non è buono». Anzi, per Giacomo Possamai, «rischia di essere una bomba a orologeria». E visto che la popolazione è sempre più anziana, spiega il candidato sindaco del centrosinistra, una delle questioni numero uno diventa proprio «garantire servizi adeguati a questa fascia di cittadini».

Centri da riaprire

Compresi quelli che vivono nelle case di riposo o che frequentavano i centri diurni e oggi si ritrovano «con due centri su tre chiusi, quelli di via Bachelet e quello dell'istituto Trento». Mai riaperti dopo la pandemia. «Se diventerò sindaco chiederò di riaprire tutti e tre i centri». Ma, più in generale, ciò che Possamai promette è questo: affrontare subito con una cura decisa il tema "caldo" dell'Ipab che negli anni, passando anche attraverso diversi commissariamenti, ha vissuto fasi alterne.

I guai dell'Ipab

«Oggi - spiega Possamai - c'è un enorme problema di cassa: l'Ipab ha chiuso l'ultimo bilancio in pareggio, ma con quasi 6 milioni di anticipo di tesoreria». Cioè un'operazione contabile adottata per superare una momentanea carenza di liquidità. «Il bilancio consuntivo del 2022 deve essere ancora approvato ma la grave difficoltà economica è stata più volte sottolineata anche dall'attuale presidente, con allarmi che sembrano non essere stati raccolti dall'amministrazione. Solo che il silenzio non è accettabile perché stiamo parlando di anziani, di persone fragili, delle loro famiglie. Una delle prime cose che farò, se i cittadini mi daranno fiducia, sarà convocare i vertici dell'ente per avere un quadro dettagliato della situazione e parlare di possibili soluzioni».

Le soluzioni proposte

La prima: «Liquidare Ipark reinternalizzando in Ipab il personale per risparmiare costi fissi importanti». Secondo: «Ristrutturare San Pietro, il Salvi e l'istituto Trento». E in questo caso entra in gioco l'accordo di programma con la Regione datato 2015: «Ci sono ancora 5,3 milioni di euro disponibili che non stati spesi». E ancora: «Il valore totale dell'accordo, che va modificato e rinnovato, era di 18 milioni, di cui 12 dalle alienazioni». Alienazioni che però procedono con andamento lento. «Undici tra beni immobili e fabbricati - prosegue Possamai - sono messi a reddito per ricavi annui, secondo dati del 2021, intorno a 430 mila euro: una cifra modestissima. Allo stesso tempo, le eventuali alienazioni come quella di palazzo Serbelloni non possono essere usate per risanare il bilancio».

Risanare il bilancio

Ecco, «proprio il punto del risanamento del bilancio dovrà essere al centro delle nostre azioni». La liquidazione di Ipark è un tassello del mosaico, i soldi dell'accordo di programma un altro, il terzo è «studiare forme di aggregazione con le altre Ipab del Vicentino, per condividere ad esempio servizi amministrativi». Anche questo in un'ottica di risparmio. Per puntare invece «a migliorare le strutture e aumentare anche i posti letto». E poi «pretendere che la Regione aumentati la propria parte di finanziamenti abbassando il costo a carico delle famiglie».

Roberta Labruna

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