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La tragedia di Asiago

«Ha soffocato
i genitori e poi
li ha ricomposti»

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Silvia Marzaro, l'omicida-suicida della tragedia di Asiago
Silvia Marzaro, l'omicida-suicida della tragedia di Asiago
Silvia Marzaro, l'omicida-suicida della tragedia di Asiago
Silvia Marzaro, l'omicida-suicida della tragedia di Asiago

ASIAGO. Silvia avrebbe soffocato i suoi genitori, servendosi probabilmente delle cinture di stoffa trovate in bagno. Poi avrebbe ricomposto le salme e si sarebbe tolta la vita, pochi minuti dopo, strozzandosi. Tutte e tre le vittime potrebbero avere assunto, volontariamente o meno, degli psicofarmaci. Sono questi i primi esiti dell’autopsia eseguita nella serata di ieri dal medico legale Alessandra De Salvia sulle tre vittime dell’omicidio suicidio di Asiago, dove è stata sterminata un’intera famiglia. Per avere una ricostruzione più precisa e più fedele di quanto è accaduto all’interno della palazzina di contrada Pennar, però, saranno necessari gli esiti degli esami istologici e di quelli tossicologici, per i quali servirà qualche settimana.

Silvia, che non andava molto d’accordo soprattutto con il padre, avrebbe compiuto il terribile dramma nella tarda serata di domenica, dopo aver parlato al telefono con Giacomin, al quale era parsa tranquilla. Avrebbe forse somministrato farmaci ai genitori, e poi li avrebbe soffocati. Sul collo dei pensionati ci sono dei segni, che non chiariscono del tutto la dinamica. Potrebbe aver premuto sul loro volto un cuscino. Quindi avrebbe scritto due biglietti (uno, «La pagherete, Dio vi giudicherà, maledetti», strappato e gettato in un cestino; l’altro, semplicemente «Maledetti», su un block notes in camera sua), avrebbe sistemato in un cesto due cinture di stoffa insanguinate e infine si sarebbe tolta la vita, stringendosi altre due fettucce al collo, prima di cadere e battere a testa. 

Diego Neri

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