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Il maxi processo

Crac BpVi, la Cassazione invia gli atti alla Consulta. Processo sospeso

I giudici hanno chiesto un chiarimento in merito alla legittimità della confisca del valore di 963 milioni di euro
L'ex sede della Banca Popolare di Vicenza
L'ex sede della Banca Popolare di Vicenza
L'ex sede della Banca Popolare di Vicenza
L'ex sede della Banca Popolare di Vicenza

La Quinta Sezione penale della Corte di cassazione ha rinviato alla Corte Costituzionale il procedimento che riguarda il crac della Banca Popolare di Vicenza, per il quale sono imputati l'ex presidente Gianni Zonin, gli ex dirigenti Paolo Marin e Andrea Piazzetta, l'ex vicedirettore generale Emanuele Giustini e Massimiliano Pellegrini. Gli ermellini hanno sollevato la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 2641 del codice civile che - informa una nota della Suprema Corte - «prevede la confisca obbligatoria per equivalente dei beni utilizzati per commettere il reato, per sospetto contrasto col principio costituzionale, convenzionale ed eurounitario di proporzionalità».

Il nodo della confisca

Il processo sul crac BpVi è dunque sospeso finché la Corte Costituzionale - come deciso a notte fonda dalla Cassazione - non si pronuncerà in merito alla legittimità della confisca del valore di 963 milioni di euro. La maxi confisca era stata applicata agli imputati nella sentenza di primo grado mentre era stata revocata dalla Corte d’Appello. Ora la Corte di Cassazione ha stabilito che sulla proporzionalità della maxi sanzione dovrà decidere la Corte Costituzionale. Nel frattempo dunque il processo relativo al crac BpVi viene sospeso (sospesa anche la prescrizione).

Chiesto un nuovo processo per Pellegrini

Nel corso dell'udienza di ieri (giovedì 14 dicembre) davanti alla V sezione della Corte di Cassazione, il procuratore generale Tomaso Epidendio nella sua requisitoria - chiedendo il rigetto dei ricorsi presentati dalle difese dell'ex presidente Gianni Zonin (ieri presente in aula), e degli ex vice direttori generali Andrea Piazzetta (responsabile dell'Area finanza della banca) e Paolo Marin (a capo dell'Area crediti) - ha avanzato istanza di rinnovamento del dibattimento nei confronti dell'ex dirigente preposto al Bilancio, Massimiliano Pellegrini. In sostanza nei confronti di Pellegrini - difeso dall'avvocato Vittorio Manes - secondo la procura generale della Cassazione dovrebbe essere svolto un nuovo processo (davanti a una differente Sezione della Corte d'Appello) in modo da sentire ulteriori testi, vale a dire anche quelli a "scarico" dell'imputato. Cosa che, secondo la difesa dell'ex dirigente, non sarebbe invece avvenuta nel corso del dibattimento di primo grado.

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Le condanne agli ex vertici in appello

In appello erano stati inflitti 3 anni e 11 mesi di reclusione nei confronti dell'ex presidente Zonin (difeso dagli avvocati Enrico Ambrosetti, Tullio Padovani e Lorena Puccetti) e del vice dg Piazzetta (avvocati Bertolini Clerici e Todaro). Tre anni e 4 mesi era stata invece la condanna nei confronti di Paolo Marin (difeso dagli avvocati Roetta e Fragasso). Ma 3 anni e 11 mesi erano stati inflitti anche a Massimiliano Pellegrini. La pena più bassa, 2 anni e 7 mesi, era arrivata per Giustini a fronte anche della sua memoria-ammissiva.

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Matteo Bernardini

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