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Vicenza

Bocciodromo, dopo gli scontri in Fiera la sede è salva. «Non ci sono elementi per la revoca»

di Laura Pilastro
L’Avvocatura comunale ha dato parere negativo sulla legittimità di un’eventuale decadenza della concessione

Il destino del Bocciodromo, dopo gli scontri del 20 gennaio, è scritto nel parere ieri trasmesso dall’avvocatura comunale all’amministrazione, che chiedeva se vi fossero gli estremi per procedere con una revoca della sede di via Rossi. Un destino che al momento prevede la “salvezza”. Se la questione sul piano politico resta caldissima, almeno dal punto di vista procedurale si chiude così, con l’evidenza che non esistono i presupposti per mettere fine alla concessione dell’immobile comunale a favore delle quattro associazioni che ne sono risultate beneficiarie come da convenzione del 2020; un’ipotesi che il sindaco aveva voluto percorrere in seguito alla manifestazione promossa dal Bocciodromo con i centri sociali del Nord est contro la presenza di espositori israeliani alla fiera dell’Oro.

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Una manifestazione segnata dagli scontri violenti tra gli attivisti e la polizia dopo che il corteo aveva deviato dal percorso concordato. Come reso noto da palazzo Trissino, quindi, l’Avvocatura ha certificato che, in riferimento agli scontri, “ad oggi non risulta pervenuta in Comune alcuna segnalazione dagli organi di polizia nei confronti di alcuna delle associazioni destinatarie della convenzione o che, comunque, metta in relazione le associazioni con gli scontri del 20 gennaio”. Secondo il parere legale, “l’avvio del procedimento nella parte motivazionale, dovrebbe infatti trovare il suo fondamento in episodi che allo stato sono al vaglio delle autorità giudiziarie e non sono al momento riconducibili alle associazioni firmatarie della convenzione”.

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Il Comune non può agire senza attribuzioni di responsabilità specifiche

Da qui le conclusioni: l’amministrazione “non possiede quindi allo stato elementi per trarre alcuna valutazione ai fini della verifica del rispetto degli obblighi convenzionali”. Nel documento si specifica, inoltre, che il Comune “può far valere le proprie ragioni sempre e soltanto sul presupposto che l’esercizio del potere sia accompagnato da una motivazione specifica e puntuale che dia conto delle ragioni che conducono la stessa a determinarsi; presupposti che allo stato mancano”. Risulterebbe quindi “illegittima, per eccesso di potere, la revoca/decadenza della concessione laddove venisse disposta in assenza di elementi di fatto (verbali, segnalazioni da parte delle forze dell’ordine o altri provvedimenti espressi da parte di pubbliche autorità), dai quali si possano evincere i presupposti a supporto della asserita violazione dei parametri posti a fondamento della concessione stessa”.

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Se dovessero emergere responsabilità del Bocciodromo ci sarà la revoca

Fin qui il parere “tecnico”, ma «È evidente - mette le mani avanti il sindaco Giacomo Possamai - che, qualora in futuro dovessero giungerci dalle forze dell’ordine o dagli inquirenti segnalazioni o informazioni che dimostrino il coinvolgimento delle associazioni assegnatarie in attività che violino le condizioni previste dalla concessione, non esiteremo ad attivare la procedura di revoca». L’esito delle verifiche che, va detto, erano già state annunciate anche dalla precedente amministrazione, scatena le minoranze che spingono per una revoca senza appello.

Per l'opposizione si tratta di un «grossolano errore politico»

Per i consiglieri di FdI, Nicolò Naclerio e Giorgio Conte si tratta di «un grossolano errore politico che espone il sindaco a una figuraccia nei confronti della città e del consiglio comunale». Mentre per Simona Siotto (Rucco sindaco) «Non solo il sindaco ha chiesto un parere a se stesso e si è dato ragione, il che è quasi imbarazzante se non quasi buffo, ma soprattutto, così facendo lo stesso sindaco giustifica, spiega e ratifica la violenza». Intanto, i capigruppo delle liste di opposizione hanno annunciato per oggi una conferenza stampa sul tema.

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