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Vicenza

Audio sulle violenze: «Ora è guerra vera». La Digos dal sindaco

«Adesso è guerra vera. Ti ripeto, chiunque c’ha la bandiera “Due calici” attaccata addosso è nemico. Ti ripeto, ci saranno morti da tutte e due le parti, ma alla fine vincerà qualcuno». Comincia così la telefonata registrata da uno dei due interlocutori e trasformata in un file audio che ieri mattina ha ricevuto anche il sindaco Francesco Rucco sul proprio cellulare tramite Whatsapp. Quest’ultimo si è subito sentito in dover di consegnare la registrazione alla Digos, probabilmente ipotizzando dei possibili reati. Un file audio che, alla luce dell’escalation di violenza in centro e, soprattutto, della bomba carta contro il locale di contra’ Peschiere Vecchie menzionato nella telefonata, assume ora una rilevanza particolare anche nell’indagine per risalire agli autori dell’atto intimidatorio compiuto all’alba di giovedì. 

La telefonata Secondo quanto è stato possibile ricostruire, la telefonata privata tra i due interlocutori risalirebbe ad almeno una decina di giorni fa. Al momento, non si conosce l’identità di chi sta parlando. Da quello che dicono paiono avere interessi commerciali nell’area di contra’ Pescherie Vecchie. Sembra inoltre che stiano pianificando oppure che vogliano cavalcare l’ondata di violenza che aveva già cominciato ad abbattersi sul centro. Una sorta di “strategia della tensione” per arrivare a un obiettivo preciso. «Ti dico questo: albanesi o non albanesi, sono mercenari. Mi sto muovendo anche verso quel campo lì. Quindi, ci sto lavorando. Riguardo al locale, sappi una cosa, adesso l’obiettivo è che ogni sera ci sia un grande casino. E, secondo te, oggi c’è casino, domani c’è casino, dopodomani c’è casino, ogni weekend c’è casino di nuovo... qualcuno dovrà prendere delle iniziative, giusto?», afferma uno di loro. «Sì, sì, sì», risponde l’altro. «Secondo te chi fanno chiudere? L’Angolo Palladio? L’Ovosodo?». «No, no, no certo». «Il Due calici (risata)». A quel punto le due persone che parlano al telefono discutono su quando sarebbe meglio far scoppiare il caos per massimizzare i danni. «Però, sai cosa, bisogna farlo il venerdì o il sabato, quando c’è veramente tanta gente», sottolinea uno dei due. «Basta veramente un... fiammifero eh... basta un fiammifero», ribatte l’altro. 

Il file audio Chi ha registrato la telefonata ha poi cominciato a far girare il file audio tramite Whatsapp. Ieri mattina, la registrazione è arrivata anche al sindaco Rucco. L’ha ascoltata e ha deciso, nella duplice veste di pubblico ufficiale e di avvocato, di contattare immediatamente la questura, vista la natura della conversazione. A stretto giro di posta, due investigatori della Digos si sono dunque presentati in borghese a palazzo Trissino. Sembra che i detective fossero già a conoscenza del file. Ciò nonostante, si sono fatti “girare” la registrazione che apre scenari ancora più inquietanti su ciò che sta accadendo in quella zona del centro storico.

Aggressioni e rapine Come detto, la questura ipotizza che la telefonata sia avvenuta prima delle ultime aggressioni, rapine e dell’ordigno fatto esplodere contro l’ingresso del “Ai due calici, che all’alba di giovedì ha svegliato di soprassalto diversi residenti e creato un piccolo cratere nel vetro della porta. Possibile che i due interlocutori, per il momento sconosciuti, avessero pianificato tutto quanto? O che avessero creato ad hoc le condizioni per scatenare disordini tra i frequentatori della movida in modo da attirare l’attenzione delle forze dell’ordine e dell’opinione pubblica? Domande alle quali cercheranno ora di far luce gli inquirenti che stanno tentando di mettere un freno alla raffica di episodi di violenza che pare senza fine. E che era finita anche al centro del comitato straordinario per l’ordine e la sicurezza pubblica convocato pochi giorni fa in prefettura.

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Valentino Gonzato

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