<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Vicenza

Area ex Zambon
Terreno a 100 gradi
per catturare solventi

.
Una veduta del cantiere di bonifica in via Cappuccini
Una veduta del cantiere di bonifica in via Cappuccini
Intervento all'ex Zambon

Per spiegare l'intervento in corso all'ex Zambon, il geologo e direttore dei lavori Roberto Pedron si affida ad una metafora: «È come con un paziente grave. Prima servono esami approfonditi per la diagnosi, poi si inizia con la lunga terapia. I parenti in questa fase possono essere a volte insofferenti, ma serve pazienza perché alla fine il malato verrà guarito e rimesso in piedi».

Il paziente grave è l'ex area d'oro, 32 mila metri quadri di terreno da bonificare con un progetto da circa 30 milioni di euro finanziato dall'azienda, dopo che l'industria farmaceutica alla fine degli anni Settanta - quando la normativa ambientale era ben diversa da quella attuale - ha dismesso il sito produttivo di via Cappuccini. La terapia è quella dell'estrazione degli inquinanti attraverso tecniche tra le più innovative d'Europa, per trasformare quell'angolo in una zona dotata di un parcheggio e di un parco. I parenti, infine, sono i residenti, che guardano con un misto di interesse e apprensione ai lavori in corso.

Quello che sta andando in scena in via Cappuccini è anche un laboratorio di ingegneria dove operano ingegneri, tecnici e geologi, studiato da università e nei convegni. Non capita tutti i giorni infatti di riscaldare il terreno per far evaporare gli inquinanti - in questo caso soprattutto monoclorobenzene, toluene e cloroformio - per poi "catturarli".  Questa particolare procedura, iniziata a novembre 2019, ha permesso finora di estrarre quasi 10 tonnellate di inquinanti.  Il metodo del riscaldamento è usato anche per la bonifica dell'acquifero superficiale, assieme ad altre tecniche come l'uso di sostanze reagenti che aiutano a degradare l'inquinante e il pompaggio. Per quanto riguarda gli acquiferi pregiati, ossia quelli più in profondità, «sono già stati bonificati - assicura il direttore dei lavori - con risultati ora costantemente al di sotto della soglia di contaminazione». Un risultato importante, che si aggiunge a quanto fatto sul piano della bonifica dello strato più superficiale di terreno, altra fase prevista nel progetto. «Abbiamo limitato al massimo la rimozione del terreno, preferendo il trattamento il loco, all'interno di una tensostruttura. In questo modo abbiamo ridotto anche il via vai di camion. La bonifica dello strato superficiale è completata all'85-90 per cento» e sono state rimosse, con smaltimento in discarica, circa 2 mila tonnellate di terreno. 

Suggerimenti