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Vicenza

Andrea, morto a 18 anni. All'investitore novantenne inflitti sedici mesi

Andrea Boschieri era deceduto due giorni dopo essere stato investito mentre stava attraversando a piedi strada Ca’ Balbi.
Andrea Boschieri, 18 anni, e il murale realizzato dagli amici sul luogo dell'incidente
Andrea Boschieri, 18 anni, e il murale realizzato dagli amici sul luogo dell'incidente
Andrea Boschieri, 18 anni, e il murale realizzato dagli amici sul luogo dell'incidente
Andrea Boschieri, 18 anni, e il murale realizzato dagli amici sul luogo dell'incidente

La morte di Andrea Boschieri, lo studente di 18 anni deceduto il 22 maggio scorso due giorni dopo essere stato investito mentre attraversava a piedi strada Ca’ Balbi, aveva provocato grande commozione in città. A lui era stato dedicato anche un memoriale sul luogo in cui era avvenuta la tragedia; frasi, fiori, foto e luci che erano poi state sostituite da una targa.

L'investitore di Andrea Boschieri ha patteggiato

A investire Andrea era stato un pensionato, 90enne, Sergio Rocchini, residente a Vicenza, che la sera del sinistro (avvenuto intorno alle 21.30) si trovava al volante della sua Toyota Yaris. Rocchini, denunciato per omicidio stradale, era finito al centro dell’indagine coordinata dal pubblico ministero Jacopo Augusto Corno. L’altro giorno il pensionato, difeso dall’avvocato Giacomo Zanella, dopo essere stato rinviato a giudizio, ha patteggiato davanti al giudice per l’udienza preliminare, Chiara Cuzzi, la pena di un anno e quattro mesi di reclusione
Il gup ha inoltre disposto nei confronti del 90enne la sospensione condizionale della pena nonché la sospensione della patente di guida per due anni (salvo quanto già scontato per effetto del provvedimento della competente autorità amministrativa). Nel corso delle indagini preliminari il sostituto procuratore Corno aveva disposto una consulenza tecnica per ricostruire la dinamica dell’incidente affidata all’ingegner Alberto Sartori. 

La ricostruzione dell'incidente

Andrea era stato colpito mentre stava attraversando la strada all’altezza del civico numero 266, nelle vicinanze della gelateria Dolcelisa. L’impatto aveva sbalzato il diciottenne a diversi metri di distanza. L’investimento era avvenuto davanti agli occhi di numerosi testimoni, che si erano immediatamente resi conto della gravità dell’accaduto e che avevano dato l’allarme senza perdere nemmeno un istante.

La morte di Andrea due giorni dopo essere stato investito

Ricevuta la segnalazione di quanto accaduto la centrale operativa del Suem aveva subito inviato in strada Ca’ Balbi medico e infermieri. I mezzi del 118 avevano raggiunto la zona a sirene spiegate nell’arco di pochi minuti. Una volta stabilizzato dai soccorritori, il ragazzo era stato trasportato in codice rosso all’ospedale San Bortolo, dove era stato ricoverato nel reparto di rianimazione. Nonostante gli sforzi del personale ospedaliero, che aveva tentato di tutto per strappare il giovane alla morte, le lesioni e i traumi che aveva riportato dal tremendo impatto erano stati troppo gravi. E il cuore di Andrea aveva cessato di battere due giorni dopo lo schianto, il 22 maggio. I genitori dello studente (che stava frequentando il liceo europeo Vicenza Oxford per diventare operatore socio-sanitario) il padre Alessandro, ex carabiniere e volontario del Corpo italiano di soccorso dell’Ordine di Malta, e la madre Amneris avevano acconsentito alla donazione degli organi del figlio.

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Il dolore e il ricordo degli amici sui tabelloni

il La notizia della scomparsa del ragazzo si era diffusa in poco tempo, anche sui social network, gettando nello sconforto non solo la famiglia, ma anche i tanti amici che aveva. Che nei giorni immediatamente successivi la sua scomparsa avevano iniziato un pellegrinaggio ininterrotto davanti al luogo dove si era verificato il tremendo impatto. Nei pressi del sinistro era stato poi allestito un tabellone pubblicitario (lungo la carreggiata) che rappresentava un vero e proprio diario fotografico con le immagini di Andrea in gruppo nei momenti più significativi della sua vita corredato da pensieri a lui dedicati. In Consiglio comunale il sindaco Francesco Rucco aveva espresso le sue condoglianza. A Bertesinella si erano uditi anche dei fuochi d’artificio sparati dai compagni, che avevano organizzato una breve commemorazione dedicata all’amico in attesa di dargli l’ultimo saluto. Un funerale laico che aveva avuto come teatro il campo sportivo della Stanga dove si erano dati appuntamento tantissimo amici.

Matteo Bernardini

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