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Sulle Piccole Dolomiti

Addio al Campanile del Sengio Bianco. Nuovo crollo in montagna

Franata una parte considerevole della placca nel sottogruppo del Kerle dopo il distacco della punta del Plische
Il Campanile Al Sengio Bianco, allarme per il nuovo crollo
Il Campanile Al Sengio Bianco, allarme per il nuovo crollo
Il Campanile Al Sengio Bianco, allarme per il nuovo crollo
Il Campanile Al Sengio Bianco, allarme per il nuovo crollo

Un nuovo gigantesco crollo sulle Piccole Dolomiti. È stato scoperto dopo quello che ha interessato recentemente la cuspide de “L’Omo” alla cima del Plische. Avvenuto nei giorni scorsi, riguarda questa volta il Campanile del Sengio Bianco nel sottogruppo del Kerle.

Il versante del sottogruppo del Kerle

La zona è selvaggia e remota, ben pochi sono coloro che si avventurano tra le forre del sottogruppo percorso dall’unico sentiero (Vallon dei Cavaj) che congiunge le Giare Larghe con la dorsale sommitale discendente da Cima Posta verso Cima Levante. Di tale singolare grande struttura rocciosa parla a pagina 66 il libro delle Guglie, adesso in vendita in abbinamento con Il Giornaqle di Vicenza, dove si evidenzia come la prima salita sia da attribuire ai veronesi Eugenio Cipriani e Gianni Rodeghiero (8.6.1983) seguiti 4 anni dopo da Donato Zini con R. Castagna, che salirono lo spigolo dedicando la via a R. Dal Cengio.

Le scalate più recenti

Le scalate più recenti sono invece appannaggio dello scledense Matthias Stefani, giovane coraggioso esploratore che dà relazione di una via che percorre proprio il settore interessato dalla frana e che ora non sarà più praticabile. Il Campanile affianca il poco noto Vajo delle “Bisse Bianche” (Bise Planke). La vasta porzione di roccia precipitata nel vajo ha trascinato i segni lasciati dai (pochi) scalatori come chiodi e moschettoni, che Matthias Stefani ha ritrovato tra gli sfasciumi.

Piccole Dolomiti, rocce fragili

Molti altri settori nelle Piccole Dolomiti sono oggetto di distacchi e avvicinarsi a queste pareti comporta ovviamente alcuni rischi. In genere si tratta di zone remote o pochissimo frequentate dagli scalatori. Segnaliamo l’intera parete delle Sibele con il Dito di Dio che, ad onta delle sue esili forme, resiste bellamente ai crolli dei dintorni come quella della Guglia Piccola nelle Guglie della Scala. Una guglia che appare a grave rischio è quella del Gramolon nelle Tre Croci le cui vaste fessurazioni non promettono per il futuro nulla di buono. Altri crolli recenti hanno interessato la zona prossima al Torrion Recoaro e al Vajo di Pellegatta, dove una vasta porzione della Punta delle Losche è rovinata nel vallone prossimo al Vajo Scuro. Le fragili rocce del Triassico Superiore che compongono le nostre Prealpi, sono per loro natura soggette a continui mutamenti e per chi ama muoversi in montagna bisogna sempre tenerne conto.

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I precedenti crolli

Prima di quest’ultimo crollo del Campanile del Sengio Bianco, le Piccole Dolomiti avevano perso perso un altro imponente monolite: si tratta della guglia “L’Omo” che, fino allo scorso giugno, sorgeva accanto a quella chiamata “Dona” nella zona del monte Plische. Un panorama, uno “sky line”, cancellato definitivamente, con la perdita di un pezzo di montagna ma anche di un pezzo di storia considerato che che “L’Omo”, assieme alla sua compagna “Dona”, è sempre stato un riferimento per l’orientamento di pastori e viandanti.

In precedenza, c’erano stati i crolli della guglia Corno nel gruppo del Fumante, nell’aprile 2021 con distacco di almeno 100 metri cubi di roccia, e della punta delle Losche a a giugno sempre del 2021 con massi anche di 30 metri di lunghezza per 5 metri di altezza che avevano travolto il Vajo Scuro.

Bepi Magrin

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