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Breganze

No al libro dell'ex pornostar Luana Borgia: «Il Comune mi ha discriminata»

Stop alla presentazione del volume della presentatrice ed ex pornostar. Replica il sindaco: «Sono temi non adatti ai ragazzi»

«Non sono più un’attrice porno da anni, è una discriminazione quella che è stata fatta nei miei confronti». È l’attacco sferrato dalla presentatrice e scrittrice Luana Borgia che sabato avrebbe dovuto presentare il suo libro dal titolo “Oltre i confini del proibito” (Pathos edizioni) al Mavalà bistrot di Breganze. Ma qualche giorno fa i vigili di Breganze si sono presentati al locale e hanno “vietato” la serata in quanto “non è consono organizzare un evento con un personaggio del genere in un centro sportivo frequentato da famiglie e minorenni”, redigendo il verbale.

Il locale è il bar del circolo sportivo

Il bistrot di via Ferrarin 7 è il bar del circolo sportivo frequentato prevalentemente da bambini e ragazzini che praticano sport negli impianti e le cui mura sono di proprietà comunale. «La società in cui viviamo accetta cose ben peggiori, ma non che una ex pornostar presenti un libro sulla sua vita – prosegue Borgia -. È una situazione assurda. Mi sento etichettata senza motivo, emarginata in panchina. Io ho chiuso col mondo del porno tanto tempo fa. Come al solito ci si riempie la bocca di belle parole come “parità di genere” e poi l’uomo che fa porno è elogiato, la donna che lavora nel porno e poi smette, anche a distanza di anni viene messa al rogo come le streghe».

Borgia: «Non sono adatta a un circolo sportivo? Sono una campionessa di equitazione»

E continua: «Non sono adatta al contesto di un circolo sportivo? Sono una campionessa di equitazione e nel libro parlo ampiamente della mia attività sportiva. E poi ho affiancato per anni Paolo Limiti in un programma pomeridiano di Rai1 per famiglie. Chiedo le scuse del sindaco di Breganze, Piera Campana, e del vicesindaco, nonché assessore allo sport, Sebastiano Silvestri».

La casa editrice: «Un momento di follia»

Amarezza è stata espressa anche dalla casa editrice che considera l’accaduto «un momento di follia» e che esprime solidarietà alla scrittrice.
Se da una parte il gestore ammette che è stata una sua «mancanza non avvisare il Comune» e se ne prende la responsabilità, dall’altra Campana risponde sottolineando come «nel contratto stipulato tra Comune e gestore c’è una clausola che prevede che l’organizzazione di eventi al di fuori della normale gestione di un bar, come la presentazione di un libro, devono ricevere l’avallo del municipio. A maggior ragione quando si tratta di libri “particolari”, tenendo conto che nel locale vanno i ragazzini. Ci siamo preoccupati del fatto che il luogo è frequentato da minorenni e che le famiglie avrebbero potuto lamentarsi per una tipologia di libro così evocativa di tematiche non compatibili con l’età della maggior parte degli avventori. Anche le locandine che pubblicizzavano l’evento non andavano bene. Nulla da ridire con la scrittrice, non c’è giudizio morale e nessuna volontà di censura. Perciò non credo che le scuse alla Borgia siano dovute; contatterò la casa editrice per avere un chiarimento», conclude Campana.

Silvia Dal Maso

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