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BREGANZE

La Fondazione Faresin ospite del Papa: «Lottate per gli ultimi»

I membri dell'istituzione intitolata a mons. Camillo sono stati ricevuti dal Pontefice per i primi 20 anni di attività benefica
I membri della Fondazione Faresin ricevuti in Vaticano da papa Francesco S.D.M.
I membri della Fondazione Faresin ricevuti in Vaticano da papa Francesco S.D.M.
I membri della Fondazione Faresin ricevuti in Vaticano da papa Francesco S.D.M.
I membri della Fondazione Faresin ricevuti in Vaticano da papa Francesco S.D.M.

È ricordato, a Gerusalemme, nel “Giardino dei Giusti”, perché, prima di partire per il Brasile, bloccato a Roma a causa della seconda guerra mondiale, non si è fermato, prodigandosi con carità e coraggio nell’assistere gli ebrei perseguitati. È monsignor Camillo Faresin, «per lungo tempo vescovo di Guiratinga nel Mato Grosso», scomparso nel 2003 a 89 anni, «esempio di sensibilità missionaria e di fede nella Provvidenza», che con i suoi due fratelli sacerdoti - don Santo, salesiano, e don Giovanni Battista, diocesano - si è speso senza riserve tra i poveri e i bisognosi del Brasile.

L'impegno in Brasile

A ricordarlo papa Francesco che ha accolto in udienza la Fondazione mons. Camillo Faresin di Maragnole di Breganze in occasione dei suoi primi 20 anni di attività in Brasile, in Italia e in altre parti del mondo, dove offre formazione, assistenza sociale, cure sanitarie, condizioni di vita dignitose e opportunità di lavoro per tante persone. «Oggi portate qui con voi 20 anni ricchi di iniziative a servizio degli ultimi, percorsi sulle orme di mons. Camillo Faresin. Guardando al vostro impegno, vorrei incoraggiare due linee d’azione: lavorare tra gli ultimi e lavorare insieme».

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A fianco dei poveri

Monsignor Faresin e i suoi fratelli, che «erano persone di umile estrazione, hanno imparato il valore della carità e il fervore missionario nel contesto di una famiglia semplice, devota, modesta e dignitosa, una famiglia come tante - ha detto il Pontefice -. In quell’ambiente hanno saputo cogliere, con la grazia di Dio, un invito per il loro futuro a stare tra gli ultimi per aiutare gli ultimi, e lo hanno fatto con instancabile amore, con generosità e intelligenza, tra grandi difficoltà». Così è stato per tutta la vita di mons. Faresin che, come sacerdote e poi come vescovo, «con un impulso irresistibile è stato vicino ai più sfortunati. Fino a quando, terminato il suo mandato episcopale, ha ottenuto di poter rimanere fra la sua gente, nel Mato Grosso, fino alla morte, come umile servo degli umili».

Le parole di Papa Francesco

A quanti sono impegnati nella Fondazione, il Papa ha raccomandato di «cercare sempre di fare sinergia tra voi e con altre realtà. So che già collaborate, in varie opere, con le Suore missionarie della Divina Volontà di Bassano e con altre organizzazioni. È la strada giusta. Fare insieme, infatti, è già in sé un annuncio di Vangelo vissuto; e per voi, oltre che un modo intelligente di ottimizzare le risorse, è una via di formazione alla carità e alla comunione».

La storia

Nata a Breganze il 25 gennaio 2004, la Fondazione in questo ventennio ha finanziato oltre 90 progetti in l’Italia e in più di 20 nazioni. L’obiettivo non è mai stato garantire solo sussistenza, ma piuttosto fornire formazione professionale, incoraggiare l’autonomia, educare e creare spazi sicuri dove studiare, lavorare e riunirsi, per promuovere la dignità.

Attività che permettono di creare “piccole economie” nelle comunità come il caseificio in Ecuador, nato con l’Operazione Mato Grosso, un progetto esemplare che ora si sta replicando in Bolivia. La Fondazione collabora anche con altre associazioni come il Cuamm, in Africa, e la Fratelli dimenticati, in Asia e Sudamerica. Anche l’Italia è interessata dalle attività benefiche, come il sostegno a donne e ragazzi in difficoltà.

«Per la Fondazione, l’incontro con Papa Francesco rappresenta un momento di grande significato, spronandoci a continuare con dedizione quanto abbiamo fatto finora ed a fare ancora di più in un mondo dove le disuguaglianze, le guerre, il disagio sociale e la povertà continuano a crescere, accentuando il divario tra ricchezza e povertà. Non possiamo voltarci dall’altra parte, ma sentiamo la responsabilità cristiana e morale che monsignor Camillo e Don Santo Faresin ci hanno lasciato in eredità», ha commentato il presidente Guido Faresin.

Silvia Dal Maso

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