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Il personaggio

Beatrice brilla fra le scienziate. La sua tesi aiuta la medicina

La ricerca di Beatrice Crestani, 26 anni, di Breganze potrebbe rivoluzionare le pratiche sanitarie del futuro nella diagnostica
La giovane fisica Beatrice Crestani, 26 anni, di Breganze tra le nuove menti della ricerca italiana nel campo delle nuove metodologie di diagnostica medica
La giovane fisica Beatrice Crestani, 26 anni, di Breganze tra le nuove menti della ricerca italiana nel campo delle nuove metodologie di diagnostica medica
La giovane fisica Beatrice Crestani, 26 anni, di Breganze tra le nuove menti della ricerca italiana nel campo delle nuove metodologie di diagnostica medica
La giovane fisica Beatrice Crestani, 26 anni, di Breganze tra le nuove menti della ricerca italiana nel campo delle nuove metodologie di diagnostica medica

C’è una giovane fisica di Breganze tra le nuove menti della ricerca italiana nel campo delle nuove metodologie di diagnostica medica. Si tratta di Beatrice Crestani, 26 anni, breganzese, che è risultata tra le due vincitrici (l’altra è una sua collega torinese) della prima edizione del premio “Chimica e Fisica al femminile” indetto dalla Federazione nazionale degli Ordini dei chimici e dei fisici per incentivare la presenza delle donne nella scienza e premiare tesi innovative sotto il profilo medico e ambientale, con applicazioni pratiche innovative.

Crestani è stata premiata per la sua tesi di laurea, discussa nel settembre scorso all’università di Padova con il voto di 110 su 110 e dal titolo “Sviluppo di un dispositivo microfluidico per l’isolamento di vescicole extracellulari da campioni di plasma umano”. Un lavoro di cui la giuria ha sottolineato «il carattere innovativo e la rilevanza tecnico-scientifica dei contenuti esposti». 

Il progetto è stato sviluppato presso il laboratorio di Fisica delle superfici e interfacce del dipartimento di fisica e astronomia dell’università di Padova, con la supervisione del dottor Davide Ferraro, in collaborazione con la professoressa Valentina Zappulli del dipartimento di biomedicina comparata e scienze alimentari, tra i principali esperti in vescicole extracellulari, e in collaborazione con il prof. Nicola Ferri del dipartimento di medicina. 

«Nell’ultima decina d’anni la ricerca in ambito diagnostico ha avuto un rapido sviluppo - spiega Crestani, che ora è dottoranda in scienza e tecnologia dei materiali al dipartimento di fisica dell’ateneo patavino -. Tra le ragioni c’è l’identificazione di nuovi biomarcatori, che permetterebbero di passare da tecniche diagnostiche invasive a un metodo nuovo e meno invasivo, chiamato biopsia liquida, dove si renderebbe necessaria una semplice analisi del sangue. L’obiettivo del progetto è lo sviluppo di un dispositivo che sfrutti la microfluidica a gocce per l’isolamento di vescicole extracellulari da campioni di plasma umano, fornendo un innovativo metodo diagnostico per queste patologie».

Il progetto a cui la giovane fisica vicentina ha fornito il suo contributo, potrebbe rivoluzionare le pratiche sanitarie del futuro. Quanto al suo, di futuro, Beatrice Crestani ha idee piuttosto chiare. «Ho sempre avuto il desidero di voler fare qualcosa che fosse utile per le persone e quando ho scoperto questo ambito di studio e di ricerca, in occasione della tesi triennale, me ne sono innamorata», conclude.

Stefano Tomasoni

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