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Schio

Schio-Vicenza, spunta un’idea: «Puntare sui treni a batteria»

Incontro promosso dal Pd al teatro Civico con l’europarlamentare Variati e altri ospiti. La novità già adottata in Germania è un’alternativa all’elettrificazione.

Un treno a batterie per la linea Schio-Vicenza. È una delle idee emerse l’altra sera a Schio, nella sala Calendoli del teatro Civico, durante l’incontro organizzato dal circolo scledense del Partito democratico sul tema della tratta ferroviaria. Nel corso della serata è stata puntata l’attenzione sul superamento del passaggio a livello di viale dell’Industria, ma si è ragionato anche sull’intero progetto di elettrificazione. 

Il treno avrebbe autonomia di 100 chilometri

«Negli ultimi anni la tecnologia è cambiata - ha spiegato il consigliere comunale del Pd di Schio Leonardo Dalla Vecchia -. Non ci sono solo le auto, ma anche i treni elettrici, a batteria: hanno un’autonomia di 100 chilometri, viaggiando a 140 chilometri all’ora. Convogli come questi si ricaricano frenando; in più, nelle due stazioni di testa, il treno può alzare il pantografo e ricaricare la batteria. E in questo modo non ci sarebbe l’impatto della linea elettrificata». Una serie di treni di questo tipo entreranno in servizio quest’anno in Germania, secondo le previsioni. La serata è stata anche l’occasione per tornare a chiedere l’istituzione di una commissione ad hoc, con una novità. «Il dipartimento di ingegneria dell’Università di Padova e lo Iuav di Venezia si sono detti disponibili a partecipare alla commissione, che dovrà vedere protagoniste le forze politiche e sociali della città», ha sottolineato Dalla Vecchia.

È stata chiesta la creazione di una commissione ad hoc

Il Pd è quindi tornato a chiedere al sindaco di Schio Valter Orsi di costituire una commissione aperta alla maggioranza, alla minoranza e alle categorie produttive. L’evento si era aperto con l’intervento di Marco Guzzonato, sindaco di Marano, uno dei comuni toccati dalla linea. «C’è il rischio - ha specificato Guzzonato - che le questioni del superamento dei passaggi a livello di Schio e Anconetta possano essere, anziché il volano per raggiungere l’obiettivo dell’elettrificazione, la zavorra per il progetto. Se non si hanno le idee chiare per risolvere i problemi alle due estremità della tratta, il progetto rischia di finire su un binario morto. È una partita che non va giocata comune per comune, ma tutti assieme». 
L’eurodeputato Achille Variati ha poi illustrato i piani europei sul fronte della mobilità ferroviaria, passando in rassegna anche alcune linee del Vicentino oggi dismesse, parlando di «una storia di errori». «La Schio-Vicenza non è stata dismessa ma è stata trattata come un ramo marginale - ha sottolineato Variati -. La scommessa è trasformarla in un asse portante. Serve una linea di alta efficienza che leghi l’Alto Vicentino a Vicenza, per cui una persona può partire da Schio e andare in aeroporto, a New York, a Berna».

Il nodo di Anconetta rimane da sciogliere

L’eurodeputato ha fatto riferimento anche al nodo di Anconetta. «Alla fine del mio mandato a Vicenza avevo lasciato un progetto per il superamento di Anconetta - ha spiegato -. Avevamo fatto ragionamenti, ma sono passati cinque anni e siamo al punto di partenza. Voi, a Schio, rischiate di fare il bis, perché il mondo non si ferma e i costi aumentano». È toccato poi all’ingegnere Giampietro Morandini illustrare i progetti sul tavolo per il superamento del passaggio a livello di viale dell’Industria. Sono seguiti diversi interventi, tra cui quello di Mario Benvenuti, ex assessore provinciale ai trasporti, oggi presidente dell’associazione Schio Polis. «Ben venga la proposta di una commissione - ha commentato - e lancio anche una provocazione: se la commissione non dovesse andare in porto, si potrebbe promuovere una partecipazione diretta della popolazione, un’assemblea deliberativa di cittadini». «I giovani restano qui se Schio diventa il più bel posto per lavorare al mondo - ha concluso il segretario del circolo Pd di Schio Luigi Copiello - e il metrò è una partita fondamentale. Non ci giochiamo solo un servizio ferroviario, ma lo sviluppo dell’Alto Vicentino». 

Matteo Carollo

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